L’AQUILA – “Caro Sindaco, non te ne devi andare”. Comincia così lettera, che 309 cittadine, il caso ha voluto che fosse il numero preciso delle vittime del sisma, hanno sottoscritto e consegnato al Sindaco Massimo Cialente pregandolo di non lasciare il posto alla guida della città. “Semmai – prosegue la nota – devi cominciare a pretendere attenzione e sostegno per poter governare questa nostra martoriata città, senza dover mediare qualsiasi decisione con i gruppi di pressione, con i minuscoli poteri, le faccendine sporche, le lobbine, le risibili conventicole. Vogliamo una città che abbia la dignità di dire ba…sta, basta ai giochi sporchi di chi non sa o non vuole giocare onestamente. Le donne, che in questa città non si sono mai fermate e mai arrese, ti esortano a non confermare le tue dimissioni e dire definitivamente BASTA!!!
Basta alla inspiegabile impossibilità di chiudere un solo progetto, una sola azione.
Basta a chi appoggia i maghi delle O.P.C.M. ed i Commissari che passo dopo passo hanno delegittimato i poteri locali, che non ascoltano le nostre richieste, che non risolvono i nostri problemi.
E basta con l’abitudine degli aquilani di stare a guardare solo per criticare.
La città ha bisogno di pulizia, di onestà, di chiarezza.
La città ha bisogno che vengano di svelate le manovre politiche, partitiche o anche lobbistiche, deve riprendere ad andare verso il domani, senza divisioni strumentali, senza indegni personalismi.
Tutto questo non sarà possibile se te ne vai.
Noi siamo consapevoli del rischio che corriamo e non capiremmo, non lo capirebbe la Città, nessun colpo di spugna.
Pretendiamo RISPETTO, SENSO DI RESPONSABILITA’, SERIETA’ E TENACIA. Questa città non merita di non avere una possibilità di andare avanti.
Noi, le donne aquilane, ti indichiamo la strada verso una possibile soluzione, ti suggeriamo con voce alta e ferma il tema della responsabilità civile e amministrativa, della razionalità, del senso del dovere e del richiamo alla corresponsabilità agli uomini della tua squadra ed a tutti i consiglieri comunali che comincino, finalmente, ad avere statuto di amministratori dinanzi ad una polis disgregata ma sempre più attenta e partecipe del proprio futuro”.