L’AQUILA – “La nostra proposta non è stata neanche presa in considerazione in commissione, ma era senza dubbio migliore di quella che si è approvata ieri in Consiglio”. Lo hanno affermato i consiglieri regionali, Claudio Ruffini e Marinella Sclocco, nel corso della conferenza stampa che si è tenuta stamane a Pescara alla quale ha partecipato anche il segretario regionale del Pd Silvio Paolucci. “La nostra riforma vedeva il trasferimento di competenze in materia alle Province, così da rendere partecipi delle scelte in merito alle risorse idriche direttamente i territori attraverso il parere del Consiglio provinciale così come accade in altre regioni del centro nord, come ad esempio l’Emilia Romagna e la Lombardia”. “Ciononostante – aggiunge Marinella Sclocco – attraverso i nostri emendamenti la norma risulta ora migliorata almeno nei punti più delicati soprattutto in virtù del fatto che per le risorse idriche si gestiscono risorse pari a 120milioni di euro». Dello stesso parere il segretario Paolucci che sottolinea «il grande lavoro del gruppo Pd in regione al fine di rendere migliore la norma proposta dal centrodestra soprattutto nell’emendamento che scongiura l’accentramento del potere della sua gestione. Ma resta fermo il dubbio che l’accelerazione voluta ieri per la l’approvazione rappresenti un’apertura verso una gestione privatista». «Abbiamo avuto un ruolo determinante nel cercare di scongiurare il più possibile una gestione privata di un bene pubblico – spiega Claudio Ruffini – Abbiamo voluto con forza che venisse introdotto l’obbligatorietà del parere dei Comuni; resterà in capo ai comuni la scelta degli interventi per migliorare le reti idriche e la scelta delle tariffe e soprattutto l’obbligatorietà dell’affidamento del servizio o a società in House o a Società con partecipazione pubblica (pubblico-privato). Ancora più determinante è stato l’emendamento nel quale abbiamo scongiurato il trasferimento del patrimonio che avrebbe sicuramente prodotto un aggravamento di costi sui bilanci comunali e quindi sui cittadini attraverso l’introduzione di altre tasse. Con forza abbiamo ottenuto che non verranno assunte decisioni o iniziative che vadano a pregiudicare l’esito del referendum sull’acqua e l’introduzione della figura di un sindaco per ogni provincia all’interno del CdA dell’ERSI (Ente regionale per il servizio idrico integrato). Una norma migliorata, almeno nella parte che dovrebbe scongiurare una gestione di tipo privato ed un accentramento del potere gestionale – conclude Claudio Ruffini – ma il gruppo Pd ha espresso voto contrario perché non ritiene che contenga in se il principio democratico della gestione della cosa pubblica”.
L’AQUILA – “Credo che la riforma del servizio idrico integrato approvata dal Consiglio regionale sia complessivamente una buona riforma alla quale abbiamo contributo con convinzione e lealtà”. Lo ha detto il Capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale Antonio Menna. “La nostra presenza in Aula – ha proseguito Menna – in una fase delicata della seduta oltre a garantire la regolarità della stessa è la riprova del nostro impegno in favore di questo obiettivo importanti inserito,tra l’altro, nel programma elettorale del nostro partito. In questo modo abbiamo anche sventato, in vista del 31 marzo, che questo bene comune potesse finire in mano dei privati. Ovviamente – ha aggiunto Menna – non è la migliore riforma e per perfezionarla compiutamente lavoreremo fin da subito. Ad esempio a noi non piace la modalità della strutturazione dell’organo di gestione che vede nei Presidenti delle Province un coinvolgimento sproporzionato. Noi siamo per esaltare al massimo la partecipazione dei comuni e degli altri Enti locali. Ma in questo senso mi confortano le assicurazioni che ci sono state fornite in Aula dall’Assessore al ramo e dal Presidente della Regione”.
L’AQUILA – Il Consiglio regionale ha approvato, nel tardo pomeriggio di ieri, a maggioranza la legge di riforma del Servizio Idrico Integrato in Abruzzo. La normativa prevede l’istituzione di un Ambito Territoriale Unico Regionale (ATUR) presieduto dall’Assessore regionale al ramo e con un consiglio composto dai 4 Presidenti delle Province. Sono costituite, poi, 4 assemblee provinciali dei sindaci, presieduta ognuna dal Presidente della Provincia, che avranno il compito di programmazione e affidamento del servizio. All’ERSI (Ente regionale servizio idrico) competerà la omologazione delle decisioni assunte dalle assemblee provinciali e il controllo sulle società di gestione. Oltre alla riduzione dei costi e all’ottimizzazione del servizio e dei controlli- essenziali per garantire l’economicità – uno degli effetti della riforma sarà l’avvio di una tariffa unica in tutta la regione dei servizi di acquedotto, fognatura e depurazione. Al termine della votazione il Presidente del Consiglio regionale Nazario Pagano si è complimentato con l’Assessore Angelo Di Paolo per aver portato avanti il disegno di legge con perseveranza e determinazione.