L’AQUILA- Incombe il rialzo dei prezzi delle materie prime. Uno studio condotto da Confartigianato ha infatti stimato una media dei rincari che sfiora il 33% nel periodo da gennaio 2010 a dicembre 2011, con un impatto potenziale di circa 155 miliardi in più in un anno. L’Abruzzo, quinta regione italiana ad essere maggiormente colpita dall’aumento dei prezzi delle materie prime, avrà un impatto del 12,4% sul Pil regionale. Ad essere in una situazione peggiore sono soltanto Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte e Veneto, mentre i settori operativi più colpiti dagli aumenti delle spese per l’acquisto delle materie prime sono la metallurgia ed il settore alimentare. Rispettivamente, infatti, tra il gennaio del 2010 e lo stesso mese del 2011 si sarebbero registrati dei rincari pari al 37,1% ed al 39,3%, dunque abbondantemente sopra la media, già decisamente elevata. Analizzando i prezzi dei singoli materiali, risulta davvero esorbitante l’aumento dei prezzi del cotone, cresciuto del 147% , ma incrementi importanti si sono registrati anche per la gomma con il +91,3%, lo stagno con il +65,5%, la lana fine + 65,3% e ferro grezzo + 52, 4%. Tra gli alimentari aumenti stellari per caffè +81,9%, olio di palma +78,3% , granturco +69,5% , zucchero +56,5%. “Si sono triplicati quasi tutti i prezzi dei beni necessari alla produzione delle imprese manifatturiere – spiega Angelo Taffo presidente di Confartigianato Abruzzo – e nella filiera del mercato le ripercussioni si sentiranno a catena. La mazzata sui portafogli degli italiani sarà doppia: dal produttore al consumatore”. Lo studio, infatti, rileva che l’aggravio di spesa per le famiglie potrebbe sfiorare i duemila euro su base annua entro il 2012. “A soffrire di più nel mondo produttivo – afferma Taffo, che chiede l’impegno del governo regionale per evitare un effetto dirompente sull’economia abruzzese, già in forte difficoltà – saranno i piccoli imprenditori, anche se l’impatto colpirà l’intera platea d’imprese del paese”. Ma non finisce qui. Le tensioni sui mercati energetici determinano inevitabilmente pressioni rilevanti anche sui prezzi dell’energia pagati da famiglie ed imprese. A febbraio, indica ancora lo studio di Confartigianato, i prezzi al consumo dell’energia risultano in salita del 9,8%; i carburanti corrono di più: il prezzo della benzina registra un tasso di crescita tendenziale dell’11,8% , quello del gasolio arriva ad un incremento su base annua del 18%. Una fiammata dei prezzi che, secondo Daniele Giangiulli, segretario di Confartigianato Abruzzo, “sta già mettendo a dura prova gli artigiani i cui margini di guadagno si erodono ne lasso di tempo che intercorre tra l’acquisizione delle commesse e la consegna del prodotto finito, nel peggiore dei casi, dunque, lavorando in perdita”.

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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