L’AQUILA – Da qualche mese a capo della S.G.E., la Struttura per la Gestione dell’Emergenza, c’è Roberto Petullà, già direttore amministrativo del dipartimento di Protezione civile nazionale. In una lunga intervista concessa ad Aquila Tv, Petullà ha parlato del ruolo svolto dalla struttura, dei tanti problemi ancora connessi allo stato di emergenza (che è stato differito al 31 dicembre 2011), delle critiche ricevute in questi mesi dai cittadini e anche da alcuni consiglieri comunali in merito alla stessa efficacia dell’operato della S.G.E.
Le dichiarazioni più importanti di Petullà sono arrivate a proposito di due rilevanti problemi: la manutenzione dei Map, per la quale non sono ancora stati firmati dei contratti, e i criteri da seguire quando si dovrà decidere se e quanto far pagare ai residenti del Progetto C.a.s.e. per gli affitti e le spese di gestione degli appartamenti e delle parti comuni.
Per quanto riguarda la prima questione, ossia la manutenzione dei Map, Petullà ha precisato che “per questi manufatti abitativi si è scelto a suo tempo di procedere in modo diverso rispetto agli appartamenti del Progetto C.a.s.e. (per la cui manutenzione era stato stipulato un contratto con la società Global Service Manutencoop, n. d. r.). Anzitutto, mentre le palazzine del Progetto C.a.s.e. sono localizzate tutte all’interno del Comune dell’Aquila, i Map si trovano in tutti i Comuni del Cratere, anche in posti non agevolmente raggiungibili. Inoltre, proprio come tipologia costruttiva, i Map sono molto diversi dalle C.a.s.e.: essendo manufatti temporanei, la cui durata dovrebbe essere molto breve, hanno bisogno di una manutenzione maggiore, senza contare che, ad esempio, i Map costruiti in Comuni o frazioni di alta montagna hanno problemi di manutenzione molto diversi da quelli dei Map realizzati in pianura. Comunque stiamo cercando una soluzione e confido che entro un mese si potrà pubblicare il bando di gara per assegnare questo importante servizio”.
Sulla delicata questione degli affitti e della gestione del Progetto C.a.s.e. Petullà ha detto che “poiché la proprietà di quelle palazzine è del Comune, dovrà essere l’ente comunale, attraverso il consiglio, a decidere come comportarsi e se adottare criteri diversi per i proprietari e gli affittuari. Noi come S.G.E. non ci siamo sottratti alla richiesta di un consulto giuntaci dal Comune. Stefania Pezzopane, con la quale abbiamo parlato e ci siamo confrontati, ritiene che non si possa chiedere a persone che vivono in un regime di emergenza e soprattutto di assistenza di pagare dei canoni di locazione, anche perché, secondo l’assessore, non esisterebbero precedenti in tal senso. Abbiamo chiesto pertanto l’intervento del consulente giuridico del Commissario Chiodi e contiamo di ricevere una risposta a breve, al massimo fra una settimana. E’ bene precisare, tuttavia, che Chiodi, come Commissario, potrà solo fornire un quadro normativo di riferimento, sollecitando l’emanazione di un’ordinanza. La palla poi dovrà passare al Comune, a cui spetta l’attuazione della parte normativa”.
Infine Petullà ha risposto alle critiche di coloro che hanno accusato la S.G.E. di adottare spesso metodi e modi troppo sbrigativi e poco concilianti: “Sono, a mio parere, critiche ingiuste. Purtroppo siamo ancora in un contesto di emergenza e non possiamo permetterci tempi decisionali come quelli adottati dalla P.A. in un regime di normalità. A volte si tende a giudicare “sbrigativo” ciò che è solo “celere”. Inoltre vorrei precisare che non è la S.G.E. a fare le norme: a noi compete solo farle rispettare”.