Sono “bugie colossali” quelle che vogliono far credere che la prescrizione breve avrà un impatto sui procedimenti relativi al disastro ferroviario di Viareggio e al terremoto de L’Aquila: lo ha detto oggi a Berlino il ministro della Giustizia, Angelino Alfano. “Fa specie ascoltare ancora che queste norme avrebbero un impatto sul disastro ferroviario di Viareggio oppure sul terremoto de L’Aquila – ha sottolineato Alfano -. Si tratta di bugie colossali, perché il termine di prescrizione dei reati ipotizzati, per esempio nel caso del disastro ferroviario di Viareggio, a seconda del capo d’imputazione è il 2035 o il 2042”. “Traggo anche favorevole spunto dalla circostanza che nessuno mi ha dato fin qui una data alternativa – ha proseguito -. Non c’é stato un esponente dell’ opposizione che mi ha detto non è quella la data di prescrizione, ma è un’altra ben più anticipata”. E questa, secondo il ministro, “é la prova del fatto che a sinistra si evocano, con uno stile assolutamente non condivisibile, quegli immani disastri senza poi dire il perché questa norma danneggerebbe i processi”. “Per esempio, su L’Aquila proprio io, come ministro della Giustizia, ho fatto tanto per rimettere in sesto subito, per rifare funzionare immediatamente il servizio giustizia a L’Aquila – ha commentato -. L’anno scorso andai appositamente a inaugurare l’anno giudiziario a L’Aquila e ricordo che il Venerdì santo di due anni fa, pochissimi giorni dopo la tragedia, lo Stato fu in grado di sottoporre a processo i presunti sciacalli delle ore successive al terremoto”. Nel caso di omicidio colposo, ha spiegato il ministro, “la data di prescrizione è ancora più in là e ci porta a oltre 30 anni”. Per questo, ha concluso, “affermare che questa norma incida su quegli argomenti e su qui processi è veramente una bugia colossale che offende qualunque persona in buona fede e di buon senso”.

L’AQUILA – La Camera ha bocciato un emendamento presentato dal Pd e condiviso anche da Idv e Fli che proponeva di non applicare la norma sulla prescrizione breve per gli incensurati ai reati di omicidio colposo (l’accusa rivolta a molti degli indagati nei processi sui crolli del terremoto). “Mi rivolgo ai singoli parlamentari di maggioranza perché, anche con il non voto, colgano l’occasione di stralciare da questo provvedimento almeno i reati commessi da coloro che hanno causato la morte sotto le macerie di cittadini innocenti dell’Aquila” aveva detto stamane in aula alla Camera il capogruppo Pd, Dario Franceschini. “Credo sarebbe un piccolo segnale di ragionevolezza, anche per il futuro” gli aveva fatto eco Benedetto Della Vedova, di Fli “Lo dico anche al ministro Alfano. Un piccolo segnale di ragionevolezza che non incide sull’obiettivo grosso che vi siete dati e per cui “siamo qui da giorni”. L’emendamento però è stato bocciato.

Così invece si è espressa Donatella Ferranti, capogruppo Pd nella commissione giustizia alla Camera: “Anche i processi per reati di omicidio colposo non saranno immuni dalla tagliola della prescrizione breve. Rientrano tra questi il processi sul terremoto dell’Aquila e della strage di Viareggio. Si tratta di processi molto lunghi e complessi con numerosissime parti civili e la necessità di lunghi e rigorosi accertamenti. E’ evidente che intervenire sulla durata massima della prescrizione del reato in questi processi è di per sé sbagliato e può avere, nel tempo, effetti drammatici”. “Le vittime esigono giustizia ed e’ incomprensibile – aveva proseguito la Ferranti – che il legislatore si schieri dall’altra parte mettendo in dubbio la possibilità che si arrivi ad una sentenza definitiva nei tre gradi di giudizio. Quali sarebbero i vantaggi per lo Stato? Dov’è la ratio della legge? Perché un imputato, seppur incensurato, non dovrebbe pagare per una strage? La maggioranza ha votato contro il nostro emendamento solo per fare un favore a Berlusconi e facendo un passo indietro rispetto al pacchetto sicurezza del 2008 che aumentava i tempi della prescrizioni per omicidi colposi plurimi”.


La legge sul processo breve non condizionerà i processi connessi al terremoto dell’Aquila. Lo aveva detto ieri il ministro della giustizia Angelino Alfano nel suo intervento alla Camera dei deputati.
“Con il via libera al processo breve” aveva detto Alfano “i processi penali a rischio sono lo 0,2 per cento”. “E se la norma sulla prescrizione breve diventasse legge” aveva chiarito il ministro “il processo sul disastro ferroviario di Viareggio del 2009 (32 vittime e 38 indagati tra cui l’ad di Fs, Mauro Moretti) verrebbe prescritto solo nel 2032 e per il reato di omicidio colposo plurimo nel 2044”. “Analoghe considerazioni” – aveva specificato il Guardasigilli – “vanno fatte anche sull’Aquila: i reati per cui è scattato il processo si prescrivono in 10 anni, aumentabili a 11. Siamo a soli due anni dal terremoto, credo ci sia tutto il tempo per portare a termine il processo”

Nonostante le rassicurazioni date da Alfano, erano state tutte confermate le manifestazioni dei comitati e delle associazioni dei familiari delle vittime del terremoto dell’Aquila, della strage di Viareggio, dell’amianto, della mafia, del disastro della nave Moby Prince in programma per oggi a piazza Montecitorio e al Pantheon


PROCESSO BREVE: PORTAVOCE CASA STUDENTE, OFFESA AI NOSTRI MORTI
“Il ‘processo breve e’ un’offesa ai nostri morti”. Lo ha detto la portavoce dei parenti delle vittime della Casa dello Studente dell’Aquila, Antonietta Centofanti che sta partecipando in queste ore alla manifestazione davanti a Montecitorio, per protestare contro il ‘Processo breve’ che si appresta ad essere votato . “A cosa serve bloccare il Parlamento per mesi su un argomento che e’ utile solo al premier? – ha aggiunto – Se dovesse passare questa legge, le vittime che oggi qui rappresentiamo saranno uccise per la seconda volta”.

Quello che segue è l’intervento dell’On. Giovanni Lolli in relazione alla discussione sull’approvazione del processo breve e agli effetti che tale norma avrebbe sui processi legati al terremoto dell’Aquila.

“Signor Presidente, vorrei tornare su una vicenda di cui ci siamo occupati e di cui mi sono occupato anch’io, parlo dell’effetto che avrà questa norma su alcuni processi particolari, come quello di Viareggio e quello de L’Aquila. Abbiamo avuto risposte dal Ministro e dall’onorevole Contento molto secche, le debbo dire, signor Ministro, anche nei miei confronti forse un po’ offensive, perché lei ha detto che qui si sta facendo un uso strumentale di una vicenda che non c’entra niente. Chi mi conosce in quest’Aula sa che a distanza di due anni mi sono sempre rifiutato di parlare del terremoto che ha colpito la mia gente in maniera propagandistica.Non lo potrei fare signor Ministro, non lo potrei fare perché sono amico personale di molte vittime, delle loro famiglie, perché la mia famiglia ha subito lutti e vittime. Le ho posto un problema serio, al quale francamente la risposta che lei mi ha dato non mi ha convinto. Lei ha detto che per il processo de L’Aquila la prescrizione arriva dopo 18 anni e che addirittura a Viareggio arriva dopo 33 anni. Ora, francamente, intanto Viareggio dopo 33 anni come? Perché? Per l’incidente ferroviario di Viareggio si tratta di omicidio colposo plurimo, gli anni sono esattamente come quelli previsti per L’Aquila, tutt’al più 15 più l’addizionale di 4, quindi diciotto. Allora, stiamo parlando in tutte e due i casi di un anno in meno sui 18 della prescrizione.
Io le pongo le seguenti semplici tre domande: processo de L’Aquila, processo molto complesso, siamo ancora nella fase dell’incidente probatorio, ancora si stanno svolgendo indagini, ci sono decine e decine di parti civili, il processo si svolge in un tribunale che è crollato, si sta svolgendo dentro un capannone, tribunale che voi non avete potenziato dopo il sisma.

Bene, in questo tribunale, in questo processo è abbastanza probabile che le cose andranno per le lunghe; io le chiedo lei se la sente, in coscienza, di dire che quell’anno e due mesi in più potranno non essere decisivi? Lei, in coscienza, se la sente di dire che le cose andranno così?
Seconda domanda, voi sostenete che si tratta di incensurati, quindi è ragionevole creargli un piccolo beneficio, ma perché? Ma in questo caso specifico perché? Che segnale stiamo dando? Le voglio ricordare che quando il legislatore, anni fa, decise un’amnistia, decise di escludere questi reati dell’amnistia, perché non li avete esclusi, questi reati, da questo vostro provvedimento? Ma vi rendete conto del segnale che si da?
Poi vi è la considerazione che questi sono processi che certamente hanno un impatto drammatico sulle persone e sulle famiglie che coinvolgono, ma hanno anche un grande messaggio per il Paese, siamo il Paese in cui l’incuria del territorio, la mancanza di rispetto delle regole che sono a presidio della tutela dei cittadini sono considerati un optional, siamo un Paese dove si muore sul lavoro e arrivano proposte di legge che alleggeriscono le sanzioni, siamo il Paese dove di tanto in tanto c’è un disastro idrogeologico e si cercano continuamente modi per derogare, siamo il Paese dei terremoti, siamo il Paese che, quando c’è una tragedia, dopo piange, non prima. L’unica cosa abbiamo è una deterrenza, una deterrenza che deve essere forte e che voi invece qui alleggerite, sia pure di un anno. Questo è il problema politico che io le ho posto, questo è il problema politico che le vengono a porre i parenti delle vittime che oggi sono qui fuori e a questo problema non avete risposto in un modo convincente”.


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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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