L’AQUILA – L’analisi dei valori pedagogici dello sport è collegata, di solito, ad inutili proclamazioni retoriche oppure a presupposti negativi. Quante volte abbiamo sentito esortazioni del tipo “lascia quel pallone e vieni a studiare!”, frutto di una cultura che tende ad associare lo sport al tempo libero e al gioco e lo studio alla formazione della persona in prospettiva di un futuro migliore. Così Carlo Gizzi che ha presentato oggi all’Aquila (Palazzo Silone) il volume di Giulio Coletta LA QUARTA DIMENSIONE DEL CALCIO GIOVANILE: DOVE SONO I VALORI?. Hanno partecipato Paolo Gatti, assessore regionale alle politiche giovanili e Giovanni D’Ercole, vescovo ausiliario dell’Aquila, nonché conduttore della trasmissione televisiva “sulla via di Damasco” in onda su Rai2. Presente anche l’autore: allenatore di calcio, nonché direttore del settore giovanile della S.S. Lazio SpA.
Il legame fra sport ed educazione è un legame possibile oltre che necessario: non può che essere il risultato di un’intenzione formativa, di un progetto realizzativo per i quali sono indispensabili alcune condizioni di ‘controllo’ finalizzato e specifico. Tale controllo viene attuato attraverso l’impiego di mezzi pedagogici, tecnici e formativi che vengono opportunamente e felicemente descritti nel libro che noi oggi ci accingiamo a presentare. Più che un libro, o un saggio, o un manuale tecnico per addetti ai lavori, deve essere considerato a tutti gli effetti un libro di testo per giovani studenti di discipline pedagogiche o sportive, un manuale per allenatori e pedagogisti dello sport, un saggio a disposizione di genitori che attraverso la pratica di una qualsiasi disciplina sportiva intendano portare avanti un progetto formativo per i propri figli.
Cominciamo col dire che questo lavoro, dalla lettura scorrevole e appassionante, fa emergere chiaramente un principio indiscutibile: lo sport è un’attività densa di contenuti mentali reali, oltre che fisici, una sorta di ‘carburante’ che produce energia per la mente e per il corpo, mettendoli in relazione tra di loro e producendo quella felice simbiosi che psicologi e pedagogisti contemporanei – ma anche del passato: ricordate Giovenale? – hanno codificato come indispensabile per lo sviluppo della persona.
Un plauso alla iniziativa editoriale e stato rivolto all’autore dal vescovo D’Ercole, il quale ha rimarcato l’aspetto pedagogico e formativo della pratica sportiva, vera ‘maestra di vita’. Ma D’Ercole ha lanciato anche un appello: “i giovani aquilani che quotidianamente avvicino lamentano la totale mancanza di spazi e di strutture dove incontrarsi, socializzare, praticare lo sport: i giovani hanno bisogno di spazi sani e sicuri, in mancanza dei quali sono costretti a ricorrere a situazioni o svaghi alternativi che non sono esattamente così sani come quelli che abbiamo fino ad ora descritto”.
L’assessore Gatti, infine, ha rimarcato “la grande carica umana che promana dalla lettura del libro e che testimonia che questo lavoro editoriale è stato scritto con il cuore oltre che con un grande amore per il calcio”. Gatti : “Educare nello sport e con lo sport’ è il principio per cui ciascuna disciplina sportiva contiene la sua intrinseca perfezione e può quindi contribuire alla costruzione formativa della personalità individuale e collettiva del soggetto umano”.
Infine una proposta, che è stata formulata da Gatti e D’Ercole: “perché non aprire all’Aquila una scuola di calcio con i colori bianco-azzurro?”. “Vedremo”, ha detto Coletta, “ne parlerò oggi stesso con il presidente Claudio Lotito”.