L’AQUILA – La Stm è ancora sotto la morsa del consiglio comunale. Dopo la delibera di sfiducia del Consiglio comunale e difesa del rappresentante dei sindaci dei piccoli comuni, Emilio Nusca, è la volta dei consiglieri comunali Angelo Mancini (Idv) e Enrico Perilli (Prc) che in una nota affermano:” La posizione espressa dal sindaco di Rocca di Mezzo Emilio Nusca, in cui ribadisce il proprio sostegno e il proprio apprezzamento alla Struttura tecnica di missione e al suo coordinatore Gaetano Fontana, costituisce un parere isolato e totalmente fuori contesto.
Vorremmo ricordare al sindaco Nusca che la Stm è stata sfiduciata dal Consiglio comunale attraverso un atto formale e che lo stesso Fontana ha incassato la sfiducia degli ordini professionali degli ingegneri e degli architetti, i cui rispettivi presidenti, dopo oltre un anno di vani tentativi di far comprendere i problemi legati alla ricostruzione e di trovare una soluzione condivisa, hanno dovuto prendere atto dell’assoluta impossibilità di dialogare con la Struttura da lui presieduta, sorda ad ogni istanza e ad ogni problematica sollevata con drammatica urgenza.
Ci riferiamo, soprattutto, alle irrinunciabili necessità di totale sicurezza antisismica legate alla ricostruzione e che sono alla base delle richieste dei due ordini professionali. Questioni che, lungi dall’essere aleatorie, riguardano infatti la fondamentale problematica dell’adeguamento sismico e della sua copertura finanziaria, poiché non possiamo consentire che, in assenza delle necessarie risorse, si ricostruisca senza gli opportuni requisiti di sicurezza, ripetendo gli errori del passato che tanto sono costati in termini di vittime e di distruzione.
Ricordiamo altresì a Nusca che le ordinanze prevedono la facoltà, per i Comuni, di decidere se avvalersi o meno della Stm. Pertanto, se lui ritiene di utilizzarla si accomodi pure, ma non può pretendere di decidere anche per il Comune dell’Aquila.
Lungi da posizioni campanilistiche, infatti, e forti di un profondo amore e rispetto per il comprensorio e per le sue attrattive naturalistiche e paesaggistiche, vorremmo tuttavia sottolineare che non si può paragonare il livello del danno riportato dalla città capoluogo, con i suoi oltre 70mila abitanti e con la distruzione di tutte le sue sedi istituzionali, universitarie e culturali, oltre che dei suoi monumenti, con quello dei piccolo centri, i cui abitanti mediamente sono pari a quelli di due condomini del quartiere di Pettino.
Per questa ragione è quantomeno improponibile che siano i centri del cratere a decidere quali siano le modalità e quali gli attori della ricostruzione della città dell’Aquila. Scelte programmatiche e strategiche in cui l’amministrazione comunale e tutti i soggetti coinvolti nel processo dovranno avere un ruolo di primo piano, rispetto a governo e indirizzi. Una forma di collaborazionismo, dunque, quella di Nusca, che davvero non si comprende.