L’AQUILA – “E’ una vittoria che lascia l’amaro in bocca”. E’ quanto afferma il consigliere regionale Giuseppe Di Pangrazio dopo la decisione del Tar del Lazio di accogliere il ricorso di quattro comuni esclusi dal “cratere sismico“. “La difficile situazione dei tanti centri abruzzesi duramente colpiti dal sisma, ma al tempo stesso emarginati dagli interventi post terremoto, è stata da tempo evidenziata dai consiglieri del PD all’attuale Commissario straordinario per la ricostruzione, Gianni Chiodi.”
Il riferimento del consigliere Di Pangrazio è alla proposta di legge presentata anche dal Partito Democratico e voluta da oltre 50 sindaci delle amministrazioni in provincia dell’Aquila, di Teramo e Pescara, avente per oggetto “Interventi in favore dei comuni della Regione Abruzzo colpiti dal sisma e non rientranti nell’area del cratere”.
“Nei mesi successivi al sisma – ricorda il consigliere – ho avuto modo di incontrare gli amministratori dei comuni esclusi e sono stato testimone del loro disagio. La legge è il frutto di questi incontri e delle emergenze che tutt’ora, nei fatti, sono rimaste inascoltate dal Presidente della Regione. Probabilmente se Chiodi avesse ascoltato le nostre istanze si sarebbe potuto intervenire in tempo, evitando di aggravare la già difficile condizione di questi territori. Da ciò la mia amarezza”.
“Occorre da subito dare una risposta concreta al problema di questi comuni, risposta che la sentenza a oggi non può ancora garantire. Il terremoto infatti ha esasperato le problematiche sociali ed economiche dell’Abruzzo, e non si può attendere oltre. Molte famiglie di sfollati sono ancora negli alberghi , molte imprese e esercizi commerciali non hanno ancora ripreso le loro attività. L’importante è allora porre attenzione alle possibilità insite nella proposta di legge del Partito Democratico , per dare a queste aree non solo un sostegno adeguato ma una immediata prospettiva di ripresa”.
Sempre in riferimento alla proposta di legge, che andrà in discussione in commissione la settimana prossima, il consigliere Di Pangrazio afferma:”Auspico che la commissione approvi all’unanimità il provvedimento e ponga così rimedio alle mancanze del passato. E’ necessario trovare immediatamente la copertura finanziaria alla legge, accelerando l’iter procedurale nelle commissioni competenti in modo che possa giungere velocemente all’approvazione in aula.”. “Nessuno – conclude Di Pangrazio – sarà giustificato se il provvedimento di legge dovesse subire nuovi ritardi”.
L’INTERVENTO DEL PARTITO SOCIALISTA ITALIANO
La decisione del TAR di Roma, che ha affermato il principio della illegittima esclusione dei comuni della Valle Peligna dal cosiddetto “cratere”, è un ulteriore segnale di come l’azione del Governo e della Protezione Civile, anche nella immediatezza del sisma, e al di là di quello che la propaganda Berlusconiana abbia voluto mostrare, è stato per molti aspetti un grande “pasticcio”.
La sensazione amara è che non si è cercato di individuare i “terremotati” in ragione delle effettive conseguenze del sisma, ma limitatamente ai soldi disponibili, o da voler spendere, e comunque in ragione di “giochi” politici e di potere.
Tale decisione del TAR è la dimostrazione che è stato lo stesso terremoto a dire chi è stato “terremotato” e non un decreto di Bertolaso o tantomeno l’On.Scelli che si è vantato “di aver fatto di tutto per escludere Sulmona dal “cratere” e il quale se vorrà essere coerente non dovrà gioire per questo importante successo.
Questa decisione è una sonora bocciatura della politica abruzzese del centrodestra il quale ha mostrato ancora una volta una totale incapacità di gestione della cosa pubblica, di distribuzione dell’impegno e delle risorse sui territori specie quelli del nostro comprensorio.
E’ la clamorosa “sbugiardata” della promessa fatta ai Sulmonesi di creare un asse di ferro di centrodestra tra Comune, Provincia, Regione e Governo.
Il P.S.I., presente in diversi comuni del nostro comprensorio, sin dai primi momenti dopo l’esclusione dal “cratere”, aveva fortemente sollecitato e voluto il ricorso, tant’è che Introdacqua, dove il P.S.I. è fortemente rappresentato, è stato uno dei primissimi Comuni a deliberare tale iniziativa giudiziaria