L’AQUILA – Dopo alcune interpellanze e interrogazioni il Consiglio regionale ha approvato il progetto di  legge sul riordino delle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficienza (Ipab) e disciplina delle aziende pubbliche di servizi alla persona (Asp). E’ lo stesso assessore al ramo Paolo Gatti a comunicare la notizia attraverso il suo profilo Facebook.

A votare a favore la maggioranza di centrodestra con la sola esclusione del consigliere regionale di Rialzati Abruzzo, Antonio Prospero che si e’ astenuto. Tutte le opposizioni hanno votato contro, tranne l’Udc che ha espresso un voto favorevole.

Nel lungo dibattito caratterizzato dalla presentazione di centinaia di emendamenti ostruzionistici del centrosinistra, l’assessore alla promozione sociale, Paolo Gatti, ha sottolineato che la riforma porta le Ipab da oltre 100 a un numero che va da quattro a otto oltre a ridurre i costi e a migliorare i servizi.

La discussione della riforma delle Ipab è seguita alla seduta straordinaria sulla sanità dove in particolare si è discusso il rapporto tra il commissario per la sanità, Gianni Chiodi, e il consiglio regionale alla luce delle ultime sentenze del Tar che hanno sospeso alcuni provvedimenti del commissario.


CHIODI, SENTENZA TAR STRAVOLGE INTESA STATO-REGIONI

“La sentenza del Tar e’ una sentenza molto importante e ben argomentata, ma stravolge l’interpretazione che lo Stato e la Conferenza delle Regioni ha dato alle funzioni commissariali”. Lo ha detto il presidente della Regione e Commissario per la sanita’ Gianni Chiodi nel corso del suo intervento al Consiglio regionale straordinario convocato per discutere i poteri del Commissario.

“Basti pensare – ha aggiunto il Presidente – che ogni delibera commissariale, sopratutto quelle impugnate, sono state approvate dallo Stato e dalla Conferenza delle Regioni a mezzo del Tavolo di monitoraggio composto da ministero della Salute, dal ministero dell’Economia e dai rappresentanti della Conferenza delle Regioni italiane“. E’ solo uno dei passaggi della lunga relazione che il Presidente e Commissario della sanita’ ha presentato in Consiglio, toccando soprattutto tutte le tappe della riforma sanitaria in atto che ha portato “l’Abruzzo ad uscire dalle regioni cosiddette canaglie”.

“Come commissario ho posto in essere tutte quelle decisioni che erano indispensabili affinche’ ci fossero valutazioni positive sull’andamento della sanita’ abruzzese, cosi’ da ottenere dapprima lo svincolo parziale delle risorse trattenute dallo Stato ed erogabili solo al raggiungimento di certi obiettivi del piano di rientro e poi anche lo sblocco del turn-over dei medici.

Ma la cosa piu’ importante e’ che abbiamo evitato un nuovo aumento coattivo delle tasse agli abruzzesi. Altre regioni, lo ripeto, non sono riuscite in quest’intento e nel 2011 i loro abitanti pagheranno forti tasse aggiuntive”. In particolare, sulla sentenza del Tar il Presidente ha aggiunto che “secondo il governo nazionale ed i governi regionali riunitisi qualche giorno fa a Roma proprio per esaminare la sentenza del Tar Abruzzo, quest’ultimo avrebbe fondato la sua decisione sulla base di una ‘visione statica’ e non ‘dinamica’ del Piano di rientro.

In altre parole, il piano di Rientro proprio perche’ datato (scritto nel 2007) e fondato su situazioni di fatto all’epoca esistenti in Abruzzo ed anche su standard sanitari nazionali superati, non potrebbe essere considerato un monolito per l’evidente ragione che il Piano di Rientro – datato 2007 – non e’ stato attuato nel 2007 e nel 2008 e, quindi, non puo’ non essere visto e giudicato se non in chiave dinamica. Il Piano operativo ne sarebbe la prosecuzione aggiornata al mutato scenario ed ai mutati standard sanitari”

Sul fronte politico, il presidente non ha mancato di censurare l’atteggiamento dell’opposizione “di forte chiusura” nei confronti dell’attuazione del piano di rientro e del piano operativo. “Da voi posso aspettarmi ben poco, l’atteggiamento e’ stato di completa chiusura ai cambiamenti necessari.

Forte opposizione alla riconversione dei piccoli ospedali; forte opposizione alle riforme sulla sanita’ privata. ma anche levate di scudi sulla riduzione delle unita operative complesse che non significa ridurre i servizi ma ridurre il numero dei primariati che in abruzzo – chissa’ perche’ ? – era elevatissimo in proporzione alle altre regioni.

Oppure la levata di scudi sull’introduzione della compartecipazione che, lungi dall’essere un capriccio del presiedente della regione, e’ una legge che risale al 2001 e che tutte le regioni italiane applicano da anni. Non ho mai sentito dall’opposizione – ha concluso il presidente della regione – una proposta tesa a scendere nel concreto e rischiare l’impopolarita’, eppure non c’e’ dubbio che una riforma sanitaria che non elimini sacche di privilegio e che non provochi contestazioni non e’ quello che serve all’Abruzzo”.

Nel suo intervento il Presidente e Commissario per la sanita’ ha negato con forza che la riforma del sistema sanitario regionale e i risultati finora raggiunti siano stati ottenuti solo con tagli alla spesa di natura ragioneristica. “Nel 2008 le risorse finanziare destinate alla sanita’ regionale per il tramite delle Asl sono state di 2 miliardi 458 milioni di euro; nel 2010 queste stesse risorse ammontano a 2 miliardi 509 milioni di euro. Dove sono i tagli? In termini assoluti – ha sottolineato – abbiamo speso piu’ che nel 2008; eppure nel 2008 il disavanzo era molto maggiore.

Cio’ che abbiamo fatto e’ stato quello di ridurre la dinamica della crescita della spesa. Abbiamo razionalizzato, accentrato e unificato le gare piu’ importanti, preteso controlli e organizzato meglio. Ridotto gli sperperi, migliorata la gestione del magazzino ed acquistato a prezzo migliore. Abbiamo chiesto una maggiore verifica sui ricoveri e magicamente questi si sono ridotti”. Ma per raggiungere l’equilibrio strutturale “dobbiamo fare ancora molta strada”.

“In assenza della riconversione dei piccoli ospedali, di alcune manovre sulla spesa farmaceutica e del piano della residenzialita’ ed altre manovre, il ‘tendenziale’ farebbe pensare ad un disavanzo aziendale in crescita da 47 a 70 milioni di euro . Con il ricalcolo del tavolo di monitoraggio supereremmo il disavanzo registrato nel 2010.

Ecco perche’ non possiamo rilassarci ed ecco perche’ se si dovesse rivelare fondata la sentenza del TAR, non sara’ possibile chiudere in equilibrio finanziario e saremmo costretti, con alta probabilita’, all’aumento coattivo delle tasse proprio in virtu’ degli accordi esistenti tra lo Stato e la Conferenza delle Regioni. Basti pensare che la riconversione dei cinque ospedali ha evitato che si dovesse ricorrere a nuove assunzioni per garantire i livelli dei servizi in altri ospedali. Insomma si aprirebbe un buco rispetto alle coperture per ricondurre il tendenziale all’equilibrio di bilancio, di circa 15 milioni di euro per il 2011 e di 23 nel 2012″.


IDV, CHIODI SI COMPORTA COME UN SOLDATO
“Chiodi si comporta da Commissario per il risanamento della Sanita’ in Abruzzo come si comporta il soldato al quale viene impartito un ordine manifestamente illegittimo dal suo superiore gerarchico e il soldato pure lo esegue ritenendo di non poter contravvenire al medesimo.

Ma cosi’ non e'”. Lo ha dichiarato il consigliere regionale dell’Idv, Lucrezio Paolini, a margine dei lavori del Consiglio regionale straordinario sulla sanita’. “Vero e’ che il Consiglio dei Ministri, nel nominare Chiodi Commissario per la Sanita’ – prosegue in una nota Paolini – gli ha indicato quello che poteva fare, non gli ha certamente consentito di agire ‘contra legem’ ne’ di contravvenire a quanto prescritto dal Piano sanitario approvato con Legge regionale n. 5 del 2008. A differenza del soldato che rischia un procedimento disciplinare se non esegue l’ordine del superiore” – conclude Lucrezio Paolini – Chiodi invece non rischia nulla, ma rischiano solo i malati abruzzesi ormai privi di una adeguata assistenza sanitaria”.

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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