L’AQUILA – C’é anche l’ex capitano della Lazio e attaccante della Nazionale, Beppe Signori, tra le persone arrestate dalla Polizia nell’ambito di un’inchiesta sul calcio scommesse. Lo apprende l’ANSA da fonti qualificate. Per Signori sarebbero stati disposti gli arresti domiciliari. I provvedimenti di arresto riguarderebbero anche alcuni giocatori di serie B e serie C e anche dirigenti di società di Lega Pro.

I calciatori e gli ex giocatori professionisti arrestati dalla polizia erano parte integrante di una vera e propria “organizzazione criminale” nella quale ognuno aveva specifici compiti e ruoli, il cui obiettivo era quello di manipolare gli incontri a loro vantaggio.

Gli indagati, secondo l’indagine, sarebbero anche riusciti a condizionare alcune partite, attraverso accordi verbali e impegni di carattere pecuniario. Nei confronti dei sedici arrestati, sostengono gli investigatori, ci sono prove “importanti ed inconfutabili“. L’indagine, partita sei mesi fa, avrebbe consentito inoltre di individuare la responsabilità dell’organizzazione in un grave evento verificatosi in occasione di un incontro di calcio disputatosi al termine dello scorso anno proprio a Cremona.

Quanto avvenuto in occasione di quell’incontro ha permesso ai poliziotti di allargare l’indagine a diversi soggetti gravitanti nel mondo del calcio che, grazie ai contatti diretti ed indiretti, erano in grado di condizionare i risultati di alcuni incontri per poi effettuare puntate di consistenti somme di denaro attraverso i circuiti legali delle scommesse sia in Italia che all’estero.

La Polizia di Stato di Cremona, coordinata dal Servizio Centrale Operativo (SCO) ed in stretta collaborazione con le Questure di Bari, Como, Bologna, Rimini, Pescara, Ancona, Ascoli Piceno, Ravenna, Benevento, Roma, Torino, Napoli e Ferrara, ha eseguito sedici misure cautelari a conclusione di un’articolata attivita’ investigativa relativa ad una serie di episodi connessi al fenomeno del calcio-scommesse che negli ultimi mesi avrebbero fortemente condizionato il risultato di alcuni incontri dei campionati nazionali di serie “B” e di “Lega Pro”.

Nello specifico i soggetti in questione, uno dei quali con precedenti di Polizia relativi alla commissione di analoghi reati, sono stati individuati a seguito di una complessa serie di riscontri operati dalla Squadra Mobile della Questura di Cremona che, dopo un’attivita’ investigativa protrattasi per circa sei mesi ha individuato, tra le altre, le responsabilita’ in ordine ad un grave evento verificatosi in occasione di un incontro di calcio disputatosi al termine dello scorso anno in questo capoluogo;

le indagini hanno ricondotto tale condotta delittuosa in un contesto ben piu’ ampio collegato ad alcuni soggetti gravitanti nel mondo del calcio che, in ragione di conoscenze e di contatti diretti ed indiretti, erano in grado di condizionare i risultati di alcuni incontri per poi effettuare puntate di consistenti somme di denaro attraverso i circuiti legali delle scommesse sia in Italia che all’estero.

L’attivita’ d’indagine ha consentito di acquisire importanti ed inconfutabili elementi probatori idonei a delineare l’esistenza di una organizzazione criminale costituita da calciatori ed ex calciatori professionisti di comprovata esperienza anche a livello nazionale, nonche’ di titolari di agenzie di scommesse, liberi professionisti ed altri individui i quali, con specifici e ben determinati compiti e ruoli, riuscivano o in alcuni casi comunque tentavano di pianificare, attraverso accordi verbali e impegni di carattere pecuniario, la manipolazione di alcuni eventi calcistici.

Le operazioni di esecuzione delle misure in argomento sono state condotte unitamente a personale della Polizia di Stato in servizio presso le Questure di Bari, Como, Bologna, Rimini, Pescara, Ancona, Ascoli Piceno, Ravenna, Benevento, Roma, Torino, Napoli e Ferrara che, nella circostanza, hanno proceduto all’acquisizione di ulteriori elementi di riscontro a seguito delle perquisizioni effettuate presso abitazioni, ricevitorie e presso uno studio di commercialisti. Ulteriori dettagli saranno forniti nel corso della conferenza stampa che si terra’ alle ore 11,30 in questura.


CALCIATORI ‘DROGATI’ PER PERDERE

E’ nata da una serie di malori che avevano coinvolto calciatori della Cremonese, l’inchiesta che ha portato in carcere 7 persone e altre 9 agli arresti domiciliari, con l’accusa di aver truccato partite della serie B e della Prima divisione.

Secondo quanto accertato dalle indagini, durante la partita Cremonese-Paganese, avvenuta il 14 novembre scorso e terminata 2 a 0, un calciatore della squadra di casa durante l’intervallo, avrebbe somministrato ai suoi compagni un sedativo per peggiorarne le prestazioni. Uno di questi sarebbe poi uscito di strada con la sua auto, altri due avrebbero avuto malori.


PARTITA NOCETO-L’AQUILA TRA LE INTERCETTAZIONI

C’e’ anche la partita Noceto-L’Aquila, (Lega Pro) terminata con la vittoria in trasferta per la compagine rossoblu’, tra le “predizioni” di alcuni risultati finiti nel recente terremoto giudiziario che sta scuotendo il mondo del calcio.

In una intercettazione telefonica, Pietro Bassi, (indagato a piede libero, uno che fornisce spesso informazioni sulle ‘combine’) parlando con Gianfranco Parlato (uno degli arrestati, ex calciatore di Ancona e Cesena) predice dei risultati rivelatisi poi esatti: Taranto-Nocerina 2-1; Lucchese Benevento 1-2; Brescia Bologna 3-1 ed infine Crociati Noceto-L’Aquila 0-1, partita che si e’ giocata lo scorso 27 marzo.


DUE ARRESTI ANCHE A PESCARA

La Squadra Mobile di Pescara, guidata da Pier Francesco Muriana, ha eseguito due arresti a seguito dell’inchiesta della procura di Cremona. Si tratta di Massimo Erodiani, di Pescara, proprietario di una tabaccheria a San Giovanni Teatino (Chieti) e gestore per interposta persona di due sale scommesse, una a Pescara e l’altra ad Ancona. Con lui in manette anche il portiere del calcio a cinque Cus Chieti Gianluca Tuccella, impegnato anche come allenatore nelle minori del calcio locale.


FRA ARRESTATI 2 GIOCATORI ASCOLI E UN EX  ASCOLI PICENO

Nell’ambito dell’inchiesta sul calcio scommesse, la squadra mobile di Ascoli ha arrestato due giocatori dell’Ascoli calcio ed un ex calciatore, attuale collaboratore del Viareggio calcio.

In manette sono finiti il difensore dell’Ascoli Vittorio Micolucci e il centrocampista Vincenzo Sommese, oltre a Gianfranco Parlato, ex giocatore di serie B e C, attualmente collaboratore del Viareggio calcio. Sommese, ex capitano dell’Ascoli, era stato messo fuori rosa già lo scorso inverno dalla società bianconera. Micolucci ha invece contribuito fino alla fine del campionato, domenica scorsa, alla salvezza conquistata dall’Ascoli. Entrambi sono stati arrestati ad Ascoli; Parlato, a Grottammare. I particolari dell’operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa presso la Questura di Ascoli alle 11:45.


ARRESTATO EX CAPITANO BARI “COORDINAVA GRUPPO”

C’e’ anche l’ex capitano del Bari, Antonio Bellavista, fra gli arrestati nell’ambito dell’inchiesta che ha visto finire in carcere 7 persone e altre 9 agli arresti domiciliari con l’accusa di aver truccato partite di Serie B e di Prima Divisione per poi guadagnare con le scommesse. Secondo quanto emerso dalle indagini, Bellavista sarebbe stato uno dei coordinatori dell’organizzazione.

 

DA PAOLO ROSSI A SIGNORI, 30 ANNI DI SCANDALI

Il pallone nel fango: lo scandalo del calcioscommesse esploso oggi non e’ un inedito nella storia del calcio italiano, anzi. E’ un remake di clamorose vicende che, negli anni ’80, cambiarono per sempre l’immagine dello sport piu’ amato dagli italiani.

La fine dell’infanzia del calcio ha una data precisa: domenica 23 marzo 1980. Quel giorno, in diretta tv su 90mo minuto, davanti agli occhi sbigottiti di milioni di italiani in poltrona scorrono le immagini dei piu’ famosi calciatori dell’epoca in manette.

Esplode il primo calcioscommesse, la scoperta di un verminaio: un incredibile intreccio di combine che coinvolgeva mezza serie A, e che rendeva il calcio italiano qualcosa di molto vicino alla farsa. Tutto era nato tre settimane prima: il primo marzo, un commerciante all’ingrosso di ortofrutta, Massimo Cruciani, presenta un esposto alla Procura della Repubblica di Roma, sostenendo di essere stato truffato.

Tramite Alvaro Trinca, proprietario di un ristorante di cui era fornitore, era venuto in contatto con alcuni giocatori della Lazio, che lo avevano indotto a scommettere su alcune partite di Serie A che erano state “combinate”. Tuttavia, non tutti i risultati concordati si erano verificati, facendo perdere a Cruciani centinaia di milioni di lire. In seguito alla denuncia di Cruciani e di Trinca, il 23 marzo la magistratura fa effettuare una serie di arresti proprio sui campi di gioco, a fine incontri.

Le manette scattano per i giocatori Stefano Pellegrini dell’Avellino, Sergio Girardi del Genoa, Massimo Cacciatori, Bruno Giordano, Lionello Manfredonia e Giuseppe Wilson della Lazio, Claudio Merlo del Lecce, Enrico Albertosi e Giorgio Morini del Milan, Guido Magherini del Palermo, Gianfranco Casarsa, Mauro Della Martira e Luciano Zecchini del Perugia. Altri ricevono ordini di comparizione, tra cui Paolo Rossi del Perugia, Giuseppe Dossena e Giuseppe Savoldi del Bologna, e Oscar Damiani del Napoli. Di Morini si accerto’ la consegna a Roma di 20 milioni, forniti dal presidente rossonero Felice Colombo, avvolti in carta da giornale per far tacere Fabio Trinca e Massimo Cruciani a seguito della partita contro la Lazio, giocata il 6 gennaio e vinta dal Milan 2-1, mentre Paolo Rossi venne accusato d’aver concordato il pareggio dell’incontro tra Avellino e Perugia, giocato il 30 dicembre 1979 e finito 2-2.

Il 23 dicembre 1980 tutti gli indagati vennero prosciolti poiche’ il fatto, a livello penale, non costituiva reato. Vennero invece presi provvedimenti in ambito calcistico, in quanto venne provata l’accusa di illecito sportivo. E fu un terremoto: serie B per il Milan e la Lazio, 5 punti di penalizzazione per Avellino, Bologna e Perugia. Ma soprattutto, pesanti squalifiche per stelle del calcio come Enrico Albertosi (4 anni), Bruno Giordano e Lionello Manfredonia (3 anni e mezzo) Giuseppe Wilson (3 anni), Paolo Rossi (2 anni), oltre ala radiazione del presidente del Milan Felice Colombo. Furono assolti Agostinelli, Antognoni e Pellegrini.

Due anni dopo, l’insperato trionfo azzurro al mundial di Spagna (grazie anche ai gol di Paolo Rossi, appena rientrato dopo i due anni di stop) indurra’ la Figc a varare una sorta di amnistia, condonando due anni di sospensione ai giocatori squalificati. Ma il mondo del calcio non imparo’ la lezione: nel 1986 scoppia il secondo calcioscommesse.

Il 2 maggio si costituisce Armando Carbone, braccio destro di Italo Allodi (a quell’epoca dirigente del Napoli) e confessa l’esistenza di un giro di scommesse riguardanti alcune partite di calcio nei campionati professionistici, dalla Serie A fino alla Serie C2, dal 1984 al 1986.

Dario Maraschin, all’epoca presidente del Lanerossi Vicenza, confessa di aver versato 120 milioni di lire per vincere la partita contro l’Asti e lo spareggio contro il Piacenza nel Campionato di 1984-1985, ma di non aver truccato nessun incontro nel 1985-1986 in Serie B. In realta’ le intercettazioni telefoniche dimostrarono il contrario, soprattutto negli incontri contro Monza e Perugia. Successivamente anche il presidente del Perugia, Spartaco Ghini, ammise che la sua societa’, unica tra quelle inquisite a preferire la retrocessione piuttosto che una forte penalizzazione, aveva commesso illeciti sportivi.

Vennero deferite alla procura federale della FIGC, gestita da Corrado De Biase, Bari, Napoli e Udinese in Serie A, Brescia, Cagliari, Empoli, Lazio, Monza, Palermo, Perugia, Sambenedettese, Triestina, Lanerossi Vicenza in Serie B. In serie A pago’ solo l’Udinese, penalizzata di 9 punti, col suo general manager Tito Corsi che prese 5 anni di squalifica con proposta di radiazioni, mentre Allodi fu assolto. Pesanti conseguenze anche per la Lazio in B: 9 punti di penalizzazione, che le fecero sfiorare la serie C. Ma anche in epoche piu’ recenti l’ombra del calcioscommesse ha macchiato il calcio italiano: nel 2001 si indaga sulla partita di Coppa Italia Atalanta-Pistoiese. I giocatori vengono accusati di aver pilotato il risultato finale (1-1) per speculare sulle scommesse effettuate da amici e parenti.

I giocatori vennero tutti assolti. E ancora, nel 2004 nuovo scandalo per Modena, Sampdoria e Siena, coinvolte in un giro di scommesse a cui, secondo le accuse, partecipa tra gli altri Stefano Bettarini, allora marito di Simona Ventura, condannato a 5 mesi di stop.

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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