L’AQUILA – L’ex magistrato Gherardo Colombo, uno dei pubblici ministeri di Mani Pulite, colui che nel 1981 scoprì l’esistenza della loggia P2, è stato oggi all’Aquila per premiare alcuni studenti dell‘Itis “Amedeo d’Aosta” su lavori riguardanti il tema della legalità.
Insieme a Colombo era presente anche il giornalista di Repubblica Giuseppe Caporale, autore dei libri “L’Aquila non è Kabul” e “Il buco nero” (entrambi dedicati al terremoto e post terremoto aquilano) e del film-documentario “Colpa nostra” (diretto da Walter Nanni).
L’incontro è stato organizzato dall’associazione nazionale genitori magistrati e da alcuni professori dell’istituto.
Davanti a una platea composta dagli studenti dell’istituto ma anche da molti “adulti” Gherardo Colombo ha parlato di regole e legalità e si è detto molto impressionato per le condizioni in cui si trova L’Aquila a più di due anni dal terremoto. “Secondo me” ha affermato l’ex magistrato “per parlare di legalità, è essenziale partire o ripartire dalle le nuove generazioni perché i giovani hanno maggiori possibilità di pensare, riflettere, approfondire. Sono più liberi rispetto agli adulti perché gli adulti hanno sempre una storia che in qualche misura li indirizza o li condiziona. Per fronteggiare la criminalità organizzata è essenziale parlare ai giovani anzitutto del modo di pensare. Perché la criminalità attecchisce quando la collettività non considera estraneo il modello di pensiero che caratterizza la prima. Un ragionamento che faccio spesso con i ragazzi è quello di trovare dei punti di contatto fra i comportamenti propri, usuali, quotidiani e i modi di approccio nei confronti degli altri tipici della criminalità. Se il modo che i cittadini hanno di rapportarsi fra loro si basa sulla sopraffazione beh, allora, si tratta di un modello analogo a quello della criminalità”.
Colombo è giunto nell’aula magna dell’istituto dopo una visita nel centro storico e nella zona rossa: “Mi auguro che davvero L’Aquila diventi rapidamente, come ho sentito dire spesso, uno dei più grandi cantieri d’Europa. Sono rimasto molto impressionato dalle condizioni in cui versa la città a due anni dal sisma”.
Di legalità ha parlato anche il giornalista Giuseppe Caporale, autore di molte brillanti inchieste e di libri sul post terremoto aquilano, l’ultimo dei quali, “il buco nero”, è stato pubblicato da poco dalla casa editrice Garzanti: “Si conclude oggi” ha detto Caporale “un percorso cominciato con l’associazione nazionale genitori magistrati. Un percorso importante, che ha portato prima alla proiezione del documentario “Colpa nostra” e poi all’epilogo oggi con la premiazione dei lavori realizzati direttamente dagli studenti. Cerchiamo di dare il nostro piccolo contributo perché all’Aquila non si smetta mai di parlare di legalità. La storia ci insegna” ha concluso il giornalista “che non bisogna mai abbassare la guardia. In fondo il disastro dell’Aquila racconta proprio come l’illegalità uccida. L’illegalità ha ucciso almeno la metà delle vittime dell’Aquila; quelle persone si sarebbero potute salvare se solo lo Stato avesse fatto il suo dovere e se le case fossero state costruite rispettando le regole”
Gherardo colombo: “per parlare di legalità occorre partire dai giovani”
L'ex magistrato ospite dell'Itis "A. D'Aosta"