L’AQUILA – All’Aquila e negli altri Comuni del Cratere la ripresa delle attività produttive e dell’economia è ostacolata da un’offerta di programmazione debole e generica. A mancare è soprattutto un’impostazione di una strategia di rilancio e di sviluppo. E gli strumenti fin qui adottati per tamponare e limitare il danno si sono rivelati insufficienti o – vedi zona franca e comitato delle attività produttive – niente più che oggetti misteriosi.

“Per quanto riguarda le strutture e le attività esistenti prima del sisma” dice Agostino Del Re, direttore del CNA “un buon 50% è ancora fermo. In termini numerici, questo significa che circa 600 imprese non sono ancora ripartite. Se calcoliamo che ogni impresa mediamente ha 1,5 dipendenti, abbiamo anche un’idea delle centinaia di posti di lavoro che si sono perse.


Cosa succederà quando finiranno anche gli ammortizzatori sociali come la cassa integrazione in deroga?”

“Gli indennizzi e i contributi ricevuti dalle imprese per i danni subiti sono stati un palliativo. A parte il fatto che una buona fetta dei risarcimenti deve ancora essere erogata, gli indennizzi non hanno messo le aziende nelle condizioni di riaprire la loro attività. Per farlo, molti imprenditori hanno dovuto pagare di tasca propria, esponendosi con le banche; le quali, peraltro, stanno cominciando a chiudere i rubinetti e a non fare più credito”


Il quadro generale è davvero così fosco? In fondo non sono poche le attività sono ripartite.

“E’ vero” spiega Del Re “ma abbiamo un enorme confusione, dovuta a uno stravolgimento urbanistico conseguente a un’assenza di programmazione. Noi avevamo proposto, come criterio per ricollocare le aziende, di individuare aree di prossimità del centro storico o aree per le quali era già stata prevista un’espansione artigianale, come ad esempio l’area di Cansatessa o l’ex mercato ortofrutticolo della stazione, per il quale avevamo anche presentato un progetto. Anziché procedere con metodo, però, si è deciso di andare in deroga e ognuno ha pensato solo per se stesso al grido del “si salvi chi può”.

“Per tornare a una vera programmazione” secondo Del Re “le mosse da fare sono due: ridare agli enti locali le funzioni e il ruolo che hanno sempre avuto e creare di una task force per le attività produttive composta da istituzioni, tecnici, rappresentanti delle associazioni di categoria, insomma, da persone preparate e capaci, disposte anche a lavorare gratis”.

Riguardo la zona franca e il comitato attività produttive Del Re precisa che “bisogna fare chiarezza. Se vogliamo far sì che il territorio abbia una ripresa, nella zona franca devono rientrare anche le vecchie imprese, quelle già esistenti al momento del terremoto. Il comitato attività produttive, di cui facciamo parte anche noi del CNA, continua ad esistere come tavolo di contrattazione ma, ahimè, tutte le proposte da esso formulate sono state ignorate. Nessuno, né il commissario, al quale avevamo presentato un documento approvato all’unanimità, né altri rappresentanti delle istituzioni ci hanno dato risposte”.

 

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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