L’AQUILA – Il presidente dell’ordine degli ingegneri, Paolo De Santis, sembra aver accolto con molta freddezza la notizia della proroga delle scadenze per la presentazione dei progetti delle case E. “Ho appreso la notizia dagli organi di stampa, nessuno ci aveva consultato. E’ più di un mese che non abbiamo più rapporti né con la struttura commissariale né con il tavolo tecnico istituzionale. Comunque, se Chiodi ha preso questa decisione, ben venga, anche se avrebbe potuto farlo prima. Le nostre opinioni e le nostre proposte, del resto, sono note e sono state messe nero su bianco da molto tempo”.
“Vede” continua De Santis “non si può avere una visione meramente burocratica della ricostruzione. Fare un progetto per la riparazione di un edificio con danni strutturali è un compito complesso, che richiede molta attenzione”.
Ma non sarà – come molti, da più parti, sostengono – che gli studi di architetti e ingegneri (non tutti, magari, ma una buona fetta sì) hanno preso troppi incarichi senza, però, essere in grado di gestirli? “Personalmente non conosco la situazione interna a ogni singolo studio, può anche essere che si siano verificati casi del genere.
Ma è un problema che andrebbe affrontato in modo tale che siano gli stessi committenti, cioè i cittadini, a decidere come comportarsi, cosa fare. Come ho sempre detto, la ricostruzione è un processo che spetta ai cittadini. Noi, come ordine, non possiamo metterci a fare i guardiani, anche perché non rientra nel novero dei nostri compiti”.