L’AQUILA – E chi l’ha detto che una città terremotata non debba avere un suo decoro? Chi l’ha detto che i quartieri periferici debbano restare in preda al disordine e quel che resta dell’Aquila offrire un aspetto di precarietà dovuto ai cumuli di macerie, ai muri lesionati, alle case diroccate, alla solitudine del centro cittadino che si anima soltanto nei giorni festivi quando arrivano i turisti a fotografare il disastro del terremoto? Chi l’ha detto che tutto ciò sia senza rimedio, in una parola inevitabile?

E’ evidente che qualcuno al Comune la pensi così perché la città, o quel che ne resta dopo ciò che è accaduto di due anni fa, è sporca, poco curata, lasciata in evidente abbandono. Eppure gli addetti all’igiene urbana non hanno subito tagli. Il numero è lo stesso, come lo stesso è il parco macchine e le altre attrezzature in dotazione. Dicono al Comune che i soldi non ci sono e tirano in ballo in governo. E che i cittadini devono arrangiarsi. E’ un vecchio ritornello.

La verità e che per gestire l’emergenza del dopo sisma il Comune è stato autorizzato ad assumere un centinaio di persone sia pure a tempo determinato. In che modo siano state utilizzate e in quali settori non è dato sapere. Si sa invece che con grandi squilli di tromba, seguiti dalla solita partita di rugby per “coinvolgere la popolazione”, è iniziata la raccolta differenziata a Paganica. A Paganica, e ci sta bene, anzi benissimo, ma non all’Aquila.

All’Aquila città, o almeno in quel che ne resta, la differenziazione dei rifiuti è lasciata alla volontà dei cittadini. Provare per credere. Gli addetti dell’Asm con in testa il presidente dell’Azienda Luigi Fabiani si facciano un giro per i quartieri della periferia e tocchino con mano. Cassonetti senza più scritte, sfasciati, alcuni inservibili, altri stracolmi che restano così per settimane prima di essere svuotati. Soltanto nel ritirare la carta l’Asm mostra una certa sollecitudine (ma non sempre). Perché la carta la vende subito e a buon prezzo. Per il resto disordine assoluto. Gli aquilani si chiedono quando finirà questo stato di cose e se la città tornerà, sia pure gradualmente, a un certo decoro.

Anche per le aree verdi il discorso è lo stesso. L’assessore Alfredo Moroni ha reso noto, anche in questo caso con grande squillo di trombe, di aver dato in “adozione” a privati 37 spazi, in particolare aiuole spartitraffico, giardini degradati, piccoli spazi verdi in abbandono affidandoli alle cure di privati. Basterà. Certo che non basterà, perché nelle aree verdi più grandi, regna l’incuria più assoluta. Se ne chiedete ragione al sindaco o a qualche assessore della sua giunta, vi sentirete rispondere che il Comune non ha soldi e che tutta la colpa è dei tagli del ministro Tremonti.

Insomma, come al solito, piove governo ladro. L’opinione dell’uomo della strada è invece diversa: sta al sindaco, alla giunta, ai vari settori della pubblica amministrazione trovare le soluzioni più adatte. E’ comodo dire che i soldi non ci sono e lavarsene le mani. Tante cose si possono fare anche inventandosi soluzioni. Moroni, in fondo, lo ha fatto. Si faccia altrettanto con la raccolta differenziata.

 

 

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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