SORRENTO (NA) – “Gli amministratori della cosa pubblica devono guardare oltre l’immediato ed effimero consenso del momento investendo nel medio e lungo termine, privilegiando la cultura, l’innovazione e la ricerca”. E’ l’appello del Presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, intervenuto oggi alla convention organizzata dall’Osservatorio banche imprese (Obi) su “Mezzogiorni d’Europa – il caso Italia” che si è tenuto all’hotel Hilton di Sorrento (NA).
L’iniziativa ha visto la partecipazione e la collaborazione di importanti istituti e centri di ricerca in Italia e di alcune tra le più prestigiose università del Mezzogiorno. “La strategia dell’Abruzzo – ha proseguito il Presidente – è rivolta all’area balcanica ma anche a tutti i Paesi dell’area mediterranea. E’ importante, lavorare con forte raccordo tra le regioni per individuare insieme possibili strategie di sviluppo.
Con riferimento al Mezzogiorno italiano è stato analizzato lo scenario dei sistemi produttivi con particolare riferimento a turismo, energia, agroalimentare, innovazione tecnologica e internazionalizzazione.
Questa seconda giornata su “Le politiche” è stata presieduta da Antonio Marzano, presidente del Cnel. All’evento, il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha conferito una propria medaglia di rappresentanza creata ad hoc dall’ Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato.
“I “nodi gordiani” della nostra epoca, leit motiv di questa convention – ha aggiunto Chiodi – sono molto difficili da sciogliere. Perché troppi i retaggi, troppi gli intrecci, troppi gli interessi di vario genere che da sempre ostacolano l’ eliminazione del gap tra i “Mezzogiorno” sottosviluppati e le aree contingenti più avanzate. Strategie politiche sbagliate, spesso colluse, finanziamenti a pioggia privi di una visione d’ insieme, assenza di progettualità e di lungimiranza hanno fatto il resto.
Zone che per conformazione orografica, per progetti industriali mai decollati, per colpevole responsabilità della classe dirigente che li ha amministrate, hanno patito crisi economica, occupazionale, produttiva.
Come l’Abruzzo, altre regioni italiane hanno vissuto il “miraggio” del boom industriale, una fase di benessere generalizzato coincidente in molti casi con la possibilità di accedere ai fondi comunitari. Poi la recessione e la cruenta crisi economica e finanziaria degli ultimi anni hanno finito per mettere in ginocchio sia i sistemi più fragili che quelli più consolidati. Uscire da questo empasse oggi appare alquanto complicato perché l’affanno è di tutti i mercati internazionali e la spinta alla globalizzazione presenta molti limiti. Il primo banco di prova è costituito dagli effetti del federalismo sulle Regioni”.