L’AQUILA – “Con una sentenza del Tar del Lazio venerdì scorso è stata annullata la Giunta del Comune di Roma per mancato rispetto delle pari opportunità. Sulla base di un ricorso fatto da due consigliere di minoranza infatti il Tar ha disposto la violazione dell’art. 5 dello Statuto del Comune, che parla proprio di «presenza equilibrata di uomini e di donne» in giunta. Su un totale di 12 membri, dunque, due soli “puntini rosa” sarebbero troppo pochi per garantire la rappresentanza di genere. L’episodio capitolino riporta alla luce un problema ormai storico e irrisolto nel nostro Paese, come la carenza di donne impegnate in politica e nelle istituzioni.

La mancanza della componente femminile nelle giunte, così come nei consigli, di tutti i livelli territoriali è una questione trasversale agli schieramenti politici e che attiene piuttosto ad una democrazia ancora non compiuta a cui le stesse consigliere romane hanno fatto appello.
Quante giunte dovranno ancora cadere perché sia rispettato il principio di pari opportunità nell’accesso alle cariche elettive e non sancito dall’art. 51 della nostra Carta Costituzionale? In Italia tante potrebbero essere le giunte a rischio, un esempio su tutti, perché riportato più volte in questi giorni, è la Regione Campania guidata da Stefano Caldoro, ma anche la nostra, quella del Comune dell’Aquila, dove abbiamo assistito ad un processo a fisarmonica rispetto alle nomine femminili. Siamo infatti partiti da 3 donne su una giunta di 7 componenti, e, toccando alcune fasi con un solo “puntino rosa”, siamo arrivati oggi a 2 donne su una giunta di 12 più il sindaco (situazione peggiore, se vogliamo, di quella che ha messo in difficoltà la giunta capitolina).

Ormai da qualche anno mi occupo di tematiche legate alle pari opportunità nel mondo del lavoro e della politica e da sempre ho sostenuto che il riequilibrio della rappresentanza di genere debba seguire almeno per ora la via normativa, è per questo che sono favorevole al “male necessario” della politica delle quote. L’art. 5 dello Statuto del Comune di Roma richiama ad un principio orientativo e non contiene un riferimento quantitativo che sia cogente e che invece gli statuti dovrebbero prevedere.

Stessa cosa vale per il nostro Statuto comunale, dove nel comma 2 dell’art. 30 si legge « Nel determinare la composizione della giunta, il sindaco effettua le proprie scelte nel rispetto dei principi che assicurano diritto di pari opportunità alle donne». Non essendo dunque quello delle pari opportunità nell’accesso alle cariche politiche un tema né di destra né di sinistra, ma soltanto un modo per migliorare la qualità della democrazia nel nostro Paese, ritengo che questi Statuti andrebbero rivisti, poiché un sistema di “quote” andrebbe previsto proprio al loro interno in modo da rendere la stessa giurisprudenza insindacabile. Invito pertanto l’attuale amministrazione comunale a prendere una posizione e a lavorare in tal senso, ma contemporaneamente i partiti politici e chi ci amministrerà a partire dalla prossima primavera a fare altrettanto, affinché a sessantatre anni dall’entrata in vigore della nostra Costituzione la nostra democrazia possa iniziare a definirsi davvero compiuta e paritaria.

A tal proposito il Comitato regionale Giovani Imprenditori Confindustria Abruzzo sta organizzando per settembre un momento di riflessione sul tema del lavoro femminile”.

Laura Tinari, membro Consiglio Direttivo Giovani Imprenditori Confindustria L’Aquila

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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