L’AQUILA – Chieti si e’ fermata per i funerali solenni di Remo Gaspari, il leader della Democrazia Cristiana abruzzese morto martedi’ scorso nella suca casa di Gissi (Chieti) all’eta’ di 90 anni. Centinaia di persone hanno atteso l’arrivo del feretro in piazza San Giustino, mentre il duomo e’ gremito.
Molte le personalita’ arrivate a Chieti per il rito funebre: tra gli altri il presidente della Corte Costituzionale, Alfonso Quaranta, il ministro Gianfranco Rotondi, il leader dell’Udc, Pieferdinando Casini, con il segretario di partito, Lorenzo Cesa. Oltre a tutti i vecchi militanti della Dc, assiste alla santa messa anche il senatore a vita Emilio Colombo.
Monsignor Forte: “L’Abruzzo gli deve molto”
“Remo Gaspari lascia il vuoto di un politico che si e’ impegnato con sobrieta’ personale per il bene comune e come tale e’ un esempio, uno stimolo anche ai politici di oggi”. Lo ha detto l’arcivescovo monsignor Bruno Forte, prima del rito funebre del leader della Dc in Abruzzo. Forte ha poi aggiunto: “L’Abruzzo gli deve molto e questo e’ unanimamente riconosciuto da tutti, anche da quelli che sono stati i suoi oppositori. L’affidiamo alla bonta’ e alla misericordia di Dio, ma ringraziamo anche il Signore di avercelo dato, perche’ senza di lui l’Abruzzo non avrebbe conosciuto lo sviluppo nei decenni appena passati”
Chiodi: “I grandi non muoiono mai”
“Gli abruzzesi ti porteranno sempre nel cuore perche’ i “grandi” come te, insigne maestro, non muoiono mai!”. Sono le parole con cui il presidente della Regione, Gianni Chiodi, ha ricordato la figura di Remo Gaspari concludendo il suo intervento al termine del rito funebre che si e’ celebrato a Chieti, nella Cattedrale di San Giustino.
“Molti pensano che fare politica sia soprattutto sinonimo di cinismo – ha sottolineato Chiodi – ed invece Remo Gaspari e’ stato l’artefice di una politica permeata di grande umanita’ e caratterizzata, al tempo stesso, da un approccio estremamente pragmatico. Questa e’ la vera forza di un politico, non certo un indice di debolezza. Gaspari – ha proseguito – oltre ad essere stato un grande uomo, rappresenta un pezzo importante della nostra storia.
Ci mancheranno molto il suo carisma e le sue intuizioni strategiche”. Anche il presidente Chiodi, si e’ posto, poi, l’interrogativo piu’ ricorrente di questi giorni. Quale eredita’ Remo Gaspari lascia all’Abruzzo? “Sicuramente, quaranta anni di sviluppo e di crescita costante per un territorio che, con lui al Governo, era sempre ai tavoli che contavano – ha aggiunto – in particolare, l’impegno politico di Gaspari stimola una riflessione sulla sua straordinaria capacita’ di rimanere ai vertici della scena politica per cosi’ lungo tempo in tempi in cui la partitocrazia la faceva da padrona”.
“Non avrei mai immaginato di rappresentare tutti gli abruzzesi in una occasione come questa – ha confessato il presidente Chiodi davanti alla folla radunata in Cattedrale – anche perche’, per molto tempo, nell’immaginario collettivo, Gaspari e’ stato un personaggio a meta’ tra un uomo reale ed un essere mitologico.
Io stesso, oltre venticinque anni fa, trovandomi per caso ad assistere ad un comizio politico in una paesino della provincia di Teramo, – ricorda Chiodi – dopo aver ascoltato diversi oratori avvicendarsi sul palco e fare le piu’ svariate promesse senza tenere minimamente conto della realta’, lo sentii parlare e ne restai affascinato. Remo Gaspari fece un intervento da statista riuscendo a dare sostanza alle sue parole con lucidita’ e ad evitare la solita retorica dei politici. Ho avuto modo di conoscerlo personalmente, molti anni dopo, a Gissi – conclude il presidente della Regione – in occasione della mia campagna elettorale nella quale ho, peraltro, avuto il suo autorevole sostegno. Proprio nel suo paese d’origine, successivamente, ho dovuto compiere delle scelte che lui non condivideva. Comunque, quell’incontro di Gissi per me e’ stata una sorta di esame di laurea”.
Dopo il rito funebre all’uscita dalla chiesa di San Bernardino a Gissi il feretro dell’ex ministro Gaspari e’ stato salutato dal silenzio d’ordinanza intonato alla tromba di un componente della Banda cittadina del paese. Subito dopo un lungo corteo ha accompagnato la salma al cimitero dove verra’ tumulata nella cappella di famiglia nella quale, con i genitori di Gaspari, e’ sepolta sua moglie, Miriam, morta nel 1996. Il figlio di Gaspari ha detto: “La casa di Gissi rimarra’ aperta come voleva mio padre e presto gli intitoleremo una fondazione”