L’AQUILA- L’Abruzzo non è più una regione canaglia. Col pareggio del bilancio della sanità, la nostra Regione è tornata ad essere virtuosa. Potrà a poco a poco allentare la pressione fiscale, restituire alle aziende i soldi tolti con l’Irap, ridare fiducia alle imprese che non avranno più motivo d’essere diffidenti.
Il pareggio di bilancio della sanità era tra le richieste più pressanti del sistema confindustriale che non perdeva occasione per battere sul tasto della corretta amministrazione e sulla necessità di dare un taglio alla cattiva abitudine dei politici di drenare soldi dalle tasche dei cittadini.
La parità di bilancio del sistema sanitario va in questa direzione, tanto più che è stata ottenuta senza tagli all’assistenza e alle spese per la salute degli abruzzesi. Per Chiodi è un fiore all’occhiello. E’ bene dargliene atto, di là dalle polemiche alimentate dallo spirito di appartenenza. Un fiore all’occhiello impreziosito dall’avanzo, nello stesso bilancio sanitario, di quasi due milioni di euro, e dal “no” ai ticket decisi dal governo che il presidente della Regione sta studiando come sostituire in modo indolore per i cittadini.
Ma Chiodi segna oggi un altro punto all’attivo proprio e del governo regionale. Cala anche il debito generale della Regione che all’inizio del mandato era di 4 miliardi, e diminuiscono i costi della politica e della stessa Regione per le sforbiciate portate con decisione nei mesi passati. Calano infatti i dipendenti della Regione Abruzzo: 40 dirigenti in meno, tra quelli in servizio (24) e in pianta organica con i loro stipendi d’oro. E sono 239 i dipendenti “semplici” anch’essi non più in servizio o nella previsione dell’organico regionale.
Via anche le gli uffici dispendiosi e gli enti inutili. Sono state abolite due sedi all’estero, quelle in Brasile e in Romania che non servivano a nulla, ma soltanto a dare stipendi maggiorati agli addetti che le gestivano; eliminati 24 consigli di amministrazione; ridotti al minimo, erano 78, i Consorzi Fidi; diminuite le Asl e le Ato;, ridotte le Ipab e le Comunità Montane; liquidate società ed enti pieni di debiti come Sir, Aret e Abruzzo Engeneering che era stato un vero e proprio monumento al clientelismo dell’era post gaspariana voluto dalla Provincia di centrosinistra e dal governo regionale guidato da Del Turco. No, non è poco per un Abruzzo organizzato per decenni in maniera intoccabile.
Certo, molto altro resta da fare. I costi della politica dovranno subire ulteriore tagli, altri enti come i Consorzi dovranno essere riorganizzati e ridotti, bisognerà rifare la rete ospedaliera. E’ quest’ultimo l’ostacolo più duro per il governatore e la sua giunta. Il sistema di potere attuale, quello dei primari spesso replicanti di se stessi, e dei direttori amministrativi non si scalfisce tanto facilmente. Chiodi lo sa, ma sa anche che è questa la prossima scommessa da vincere nell’interesse di noi abruzzesi.