L’AQUILA – Associazioni ambientaliste, partiti politici e sindacati sul piede di guerra contro il ‘Protocollo Letta’ presentato lo scorso 17 febbraio dal Governo ( allegato in Pdf) per il rilancio dello sviluppo e la valorizzazione dell’area aquilana del cratere colpita dal terremoto del 6 aprile 2009, ai fini ambientali e turisticì.
In una conferenza stampa gli esponenti delle varie sigle (Marino Bruno Ambiente Sel, Anna Narciso della Lipu, Mimì D’Aurora della Cgil e Camilla Crisante del Wwf, Daniele Valfrè dell’Associazione Altura Abruzzo, Antonio Perrotti del Comitatus Aquilanus) hanno espresso il loro malcontento per quello che viene definito un vero e proprio attacco all’Appennino abruzzese.
“Il Protocollo Letta – ha spiegato Camilla Crisante del Wwf – attacca la natura del Parco Nazionale del Gran Sasso e il Parco Sirente Velino. Si tratta di progetti megalomani e milionari, vecchi e fortemente impattanti per l’ambiente, con grandi sprechi di risorse mettono l’Italia a rischio della procedura di infrazione europea. Questi progetti – prosegue l’esponente del Wwf – ignorando i vincoli ambientali, incidono irreparabilmente sulle ricchezze ecologiche delle aree. Non a caso lo stesso Ministero dell’Ambiente in una recente nota di risposta alle richieste di alcune associazioni ambientaliste, ha ammonito la Regione Abruzzo e gli Enti Parco interessati, allertando anche la Commissione Europea”.
Secondo il Ministero dell’Ambiente infatti, nessuna opera può essere autorizzata in deroga alle norme in vigore su valutazione di Impatto Ambientale, Vas e Valutazione d’Incidenza, giacché i territori coinvolti sono compresi nella Rete Ue Natura 2000. “I progetti previsti dal Protocollo Letta – ha aggiunto Anna Narciso della Lipu – sono devastanti”. “C’é un serio pericolo – ha sostenuto assieme al consigliere regionale Maurizio Acerbo – per le nostre montagne. Pericolo nato proprio all’indomani del terremoto. Nel momento in cui c’era la possibilità di intercettare risorse per il territorio, si è deciso di mettere in atto progetti dannosi per l’ambiente.
All’Aquila – ha detto ancora Acerbo – abbiamo fatto manifestazioni e messo in atto una serie di azioni anche legali, per tutelare le nostre montagne. Abbiamo deciso di metterci insieme per fermare progetti che porterebbero a scempi ambientali incredibili, con colate di cemento e nessun giovamento all’economia dell’ intero comprensorio”. “Parliamo di progetti devastanti – ha concluso Daniele Valfré dell’Associazione Altura Abruzzo – perché la modifica del territorio con infrastrutture sciistiche, funiviarie, campi da golf e lottizzazioni, avverrebbe nel cuore del sistema delle aree protette dell’Appennino, ovvero in aree ricchissime di biodiversità e risorse ecologiche”.