L’AQUILA – “Abbiamo appreso con emozione e gioia la notizia del risveglio di Simone D’Orazio. E’ un momento importante per la sua famiglia, ma anche per tutta la nostra comunita’ che ha seguito ora per ora l’evolversi delle sue condizioni di salute”.
E’ quanto dichiara Alessandro Amicone, Vicesindaco di Roccaraso che e’ stato in costante contatto con la famiglia del caporale maggiore Simone D’Orazio. “Il fatto che Simone abbia parlato con la madre- conclude Amicone- ha allentato la tensione in tutta la nostra cittadina. Ora ci auguriamo che il suo stato di salute migliori quanto prima per poterlo riavere qui nella sua terra”.
Questa mattina Simone D’Orazio è partito a bordo di un aereo dall’ospedale militare di Kandahar per raggiungere quello di Ramstein in Germania. I familiari, la mamma Antonella, il fratello Luca e la sorella Manuela, sono partiti per l’aeroporto di Pescara, da dove con un volo raggiungeranno la Germania. “Siamo contenti dell’evolvere positivo della vicenda – dice il sindaco di Roccaraso, Francesco Di Donato – speriamo presto di riabbracciare Simone”. Il quadro clinico seppure grave e’ leggermente migliorato, permettendo il trasferimento del militare.
Afghanistan. Roccaraso si stringe intorno alla famiglia di Simone D’Orazio
Sono tutti in trepida attesa per le condizioni del loro congiunto i familiari di Simone D’Orazio, il paracadutista di Roccaraso di stanza a Pistoia al Reggimento Nembo rimasto ferito questa mattina in Afghanistan: il fratello e la sorella, insieme con la madre, stanno vicino al televisore per sapere qualcosa in piu’ di quello che e’ stato detto loro dal Ministero della Difesa.
L’on. La Russa ha inviato a Roccaraso il nucleo di supporto psicologico per i familiari del militare ferito. Da questa mattina la casa di Piazza dei Giochi della Gioventu’ di Roccaraso e’ meta di pellegrinaggio, anche il sindaco Francesco Di Donato e’ andato di persona a dare il proprio sostegno morale alla famiglia D’Orazio.
“Siamo tutti vicini a Simone – ha detto – in questo particolare momento per la nostra comunita’. Lui e’ forte e siamo convinti che ce la fara’”. Il fratello Luca studia ingegneria all’Aquila, mentre la sorella Manuela gestisce un noleggio di sci alla base degli impianti di risalita dell'”Ombrellone”.
“Non era la prima volta che andava in missione – sottolinea il fratello – anche se questa volta era restio a partire”. Il padre di D’Orazio e’ morto due anni fa per una grave malattia.
Simone D’Orazio, il militare ferito oggi in Afghanistan, residente a Roccaraso, si e’ arruolato nel 2001 e fa parte del 183/o Battaglione Nembo del Reggimento Folgore di stanza a Pistoia. La sua prima missione risale al 2005 in Sudan, mentre nel 2007 il caporal maggiore e’ stato in Libano; quella in Afghanistan e’ la sua terza missione. Il suo rientro in Italia era previsto tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre.
Solidarietà anche dal sindaco Di Donato
“Siamo tutti vicini alla famiglia D’Orazio che in questo momento sta vivendo un momento di grande agitazione per il ferimento di Simone avvenuto in Afghanistan, ma non possiamo dimenticare il dolore dei familiari del militare ucciso”. Lo dice Francesco Di Donato, sindaco di Roccaraso, che si e’ recato presso l’abitazione di Simone D’Orazio, il 39enne militare ferito nel conflitto a fuoco nei pressi di Bala Murghab.
“Simone – ha aggiunto il sindaco – e’ stato operato d’urgenza e gli e’ stata asportata la milza. Le sue condizioni sono gravi, ma noi speriamo di riabbracciarlo presto”. Nell’abitazione del militare si trovano la mamma, la sorella e il fratello, supportati psicologicamente dagli esperti dello Stato maggiore dell’Esercito e dai Carabinieri.
La Solidarietà del Presidente della Provincia Antonio Del Corvo
” Desidero esprimere il mio più profondo cordoglio per le vittime dell’attentato in Afghanistan e la mia vicinanza alla famiglia D’Orazio, che sta vivendo ore difficili, a causa delle gravi lesioni riportate da Simone. Come Presidente del territorio della provincia dell’Aquila credo di interpretare la speranza di molti, affinché Simone possa uscire al più presto, da questa preoccupante situazione”.
Altri militari aquilani avevano rischiato la vita
Simone D’Orazio, il paracadutista di Roccaraso (L’Aquila) ferito oggi in un attentato in Afganistan, non e’ l’unico militare della provincia dell’Aquila ad aver rischiato la morte per portare avanti la missione Italiana in Afganistan.
Prima di lui ad essere ricoverato in un letto di ospedale, Luca Cornacchia, il caporal maggiore di Lecce dei Marsi, di stanza presso il Settimo Reggimento Alpini di Belluno e il capitano Federica Luciani del Secondo Reggimento Genio Pontieri di Piacenza. Il caporal maggiore di Lecce nei Marsi si trovava nel blindato Lince. Una missione nella valle del Gulistan, nella provincia di Farah. Il 9 ottobre dello scorso anno c’era stato un attacco con colpi di arma da fuoco e l’esplosione di un ordigno. I cento chili di tritolo – contenuti in un “ied”, una sorta di mina che le apparecchiature elettroniche non rilevano – avevano causato la morte di Gianmarco Manca, Marco Pedone, Sebastiano Ville e Francesco Vannozzi.
I quattro “cuccioli” di Luca Cornacchia, l’unico alpino scampato alla strage voluta dai talebani. A seguito dello scoppio dell’ordigno che il 29 luglio dello scorso anno aveva causato la morte di due militari italiani ad Herat, aveva riportato lievi escoriazioni il capitano Federica Luciani del Secondo Reggimento Genio Pontieri di Piacenza. Il capitano Federica Luciani ha 29 anni ed e’ originaria dell’Aquila. In forza al Genio pontieri di Piacenza, che nella citta’ emiliana ha una sede storica, ha tra l’altro coordinato vari interventi per il brillamento di ordigni bellici. Nell’agosto 2009, ancora con il grado di tenente, aveva avuto il compito di coordinare le pattuglie di militari del Genio nelle strade piacentine, nell’ambito dell’operazione Citta’ sicure.
Nell’attentato avevano perso la vita il primo maresciallo Mauro Gigli, 41 anni, di Sassari, in forza alla Brigata Alpina Taurinense, e il caporal maggiore capo Pierdavide De Cillis, 33 anni, di Bisceglie (Bari), appartenente al 21/mo Reggimento Genio di stanza a Caserta.