L’AQUILA – Il Gip del Tribunale di Lagonegro (Potenza), Lucia Iodice, ha rigettato l’istanza di scarcerazione, o in subordine i domiciliari, per Diego Maria Caggiano, 35 anni di Tornimparte (L’Aquila), e Giuseppe Trementino, 30 anni di Bagnoli del Trigno (Isernia), arrestati per estorsione aggravata e continuata nei confronti di 12 sacerdoti.
Il fascicolo è passato al Tribunale di Isernia dopo che Lagonegro ha dichiarato l’incompetenza territoriale perché il reato più grave, l’avvenuta estorsione, si è consumato in provincia di Isernia. I preti che i due tenevano in pugno minacciando di rivelare tendenze omosessuali se non avessero pagato il silenzio esercitano il loro ministero in Emilia Romagna, Lazio, Molise e Puglia.
La prima telefonata estorsiva era arrivata a un prete del Molise mentre si trovava a Maratea (Potenza) per questo le prime fasi dell’indagine erano state coordinate dalla Procura di Lagonegro e condotte dai carabinieri della locale Compagnia. Trementino e Caggiano sono rinchiusi nel carcere di Isernia e il 29 luglio scorso sono stati interrogati, per rogatoria, al Tribunale di Isernia. Nei prossimi 20 giorni il Gip del Tribunale di Isernia, Elena Quarata, potrebbe confermare la decisione del Gip di Lagonegro o di modificarla.
Minacciavano e ricattavano preti gay, il gip nega la scarcerazione
Uno dei ricattatori è di Tornimparte
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