L’AQUILA – “Vi e’ un campanello d’allarme lanciato dal settore del Commercio e credo che in questo momento per questo comparto sia necessario un supplemento di responsabilita’ da parte di tutti, Governo e parti sociali, per creare quelle premesse indispensabili al raggiungimento di una maggiore coesione sociale.
Occorre che ognuno faccia la propria parte perche’ nessuno puo’ farcela da solo: ne’ con la politica, ne’ con i moniti delle imprese e del lavoro, che hanno vitale necessita’ di buone regole di apertura dei mercati e di infrastrutture pubbliche esistenti e valide”. Cosi’ Alfredo Castiglione, vice presidente della Giunta Regionale con delega allo Sviluppo Economico.
“Se le cose languono – aggiunge Castiglione – la motivazione principale va trovata nel reddito e non perche’ sia difficile trovare i negozi aperti. Forse nella citta’ sarebbe piu’ utile preoccuparsi dei Musei chiusi, come anche dei luoghi di aggregazione, o anche dei Beni Culturali inagibili.
Tra le opportunita’ di cui il commercio ha bisogno, vi e’ certamente quella di consentire un maggiore respiro finanziario, e la legge dei Confidi deve essere maggiormente velocizzata nei suoi processi di fusione anziche’ essere osteggiata”.
“Se si vuole il bene dei commercianti – spiega Castiglione – che chiedono prestiti alle banche non per gli investimenti ma per rimodulare le proprie esposizioni debitorie, si deve agire non piu’ sul sistema dei tassi di interesse, ma sulle garanzie e quindi attraverso la cinghia di trasmissione dei Confidi.
Cio’ deve avvenire in un ottica di programmazione del commercio di breve e medio termine”. “Posso ricordare – sottolinea l’assessore – che molte citta’ della nostra regione sono sprovviste del Piano Urbanistico commerciale.
Spesso ci rendiamo conto di quanto desolanti siano le strade con numerose botteghe sfitte, le vetrine vuote, le saracinesche abbassate, causa certo la congiuntura nazionale ed internazionale, ma anche la presenza dei grandi centri commerciali che hanno consegnato alla Regione Abruzzo la piu’ alta concentrazione di megastrutture in Italia”.
“Nel passato – analizza l’assessore – chi avrebbe dovuto limitare la nascita dei grandi centri commerciali non lo ha fatto. Questa Giunta Regionale, invece, dopo aver realizzato una moratoria di 24 mesi che andranno a scadere nell’estate 2012, ne ha previsto una aggiuntiva di ulteriori 24 mesi.
Su questo argomento ci confronteremo con le associazioni di categoria per meglio normare un aspetto che andrebbe inquadrato tra Food e non Food e tra zone e zone territoriali con piu’ alta concentrazione commerciale. Personalmente sono per il blocco costante per la grande distribuzione Food e per trovare soluzioni condivise per quelle Non Food”.
“E’ mio impegno – anticipa Castiglione – convocare per le prime settimane di settembre l’osservatorio del Commercio presso l’assessorato allo Sviluppo Economico, per iniziare a definire un testo unico per il commercio, che fino ad ora e’ stato interessato solo da provvedimenti legislativi ponte.
In quella occasione verra’ consegnata una prima bozza di Riforma globale, che mi auguro possa essere approvata entro la fine dell’anno o i primi del 2012″. Certamente lo sblocco di risorse aggiuntive esogene ed endogene potranno agevolare i problemi di questo comparto, quantomeno rendendolo maggiormente competitivo ed attrattivo rispetto a quello attuale”.
“Dobbiamo essere anche consapevoli – evidenzia Castiglione – che non possiamo nemmeno mettere in condizione la grande distribuzione di entrare in crisi e quindi con consequenziali licenziamenti: sarebbe come se piovesse sul bagnato.
Le soluzioni da trovare devono tutelare tutti: dal piccolo commercio, che deve poter lavorare ed attrarre il maggior numero di clientela possibile, alla grande distribuzione, che non puo’ andare i crisi piu’ di quanto lo e’ ora per le ovvie ripercussioni negative”.
“Occorre abbinare al testo unico del commercio- anticipa Castiglione – delle riforme organizzative che possano dare nuovo impulso al settore e potenziare il comparto confidi, come si sta facendo.
Per quanto riguarda, invece, il sistema riforme io vedrei bene l’idea dei distretti commerciali, individuando risorse per emanare dei bandi regionali per la loro formazione, anziche’ prevedere dei finanziamenti a pioggia che non producono effetti innovativi nel tempo. Non si puo’ piu’ pensare al commercio senza sinergie con i diversi soggetti del territorio, non solo per un rilancio economico, ma anche come forza promotrice di sviluppo turistico, culturale e sociale”.
“Da esperienze in atto in alcuni territori italiani- svela l’assessore – si nota che laddove sono nati i distretti c’e’ maggiore vitalita’, migliore valorizzazione del territorio e ci sono buone ricadute in termini economici.
La Regione Abruzzo e l’assessorato allo Sviluppo Economico vogliono crederci, condividendo l’operazione con le associazioni di categoria, cercando di trovare risorse utili e costruire bandi che vadano in questa direzione. Vanno coinvolti tutti: oltre ai comuni, le associazioni di categoria, le CCIA, gli enti pubblici, le imprese del turismo, il sistema bancario, i proprietari di immobili ed i sindacati. Questo perche’ un parteneriato vivace ha un valore strategico”.
“Il distretto – prosegue Castiglione – va inteso come modalita’ di crescita delle imprese per creare modelli di sviluppo e promuovere una competitivita’ vera e sana. E’ una opportunita’ reale, perche’ in presenza di un contesto di crisi, in cui il distretto puo’ regolamentare un settore che ha risentito negativamente della liberalizzazione dell’accesso all’attivita’, che de facto ha impoverito il tessuto commerciale di molte zone.
E’ necessario fornirsi di strumenti che diano la possibilita’ di mettere su governance locali che ragionino con una logica orizzontale, per fare tessuto nella citta’ e nelle realta’ locali, con maggiori doveri e responsabilita’”.
“Quelli che vogliamo far nascere – conclude Castiglione – sono nuovi soggetti collettivi che riguarderanno non solo la relazione tra le PMI ma anche il rapporto tra le stesse, le amministrazioni comunali e regionali e gli altri portatori di interesse. L’adozione di nuovi progetti di sviluppo locali, condivisi dai principali soggetti economici di un territorio che punti al miglioramento della efficienza commerciale, ad una maggiore soddisfazione dei consumatori, alla valorizzazione della dimensione territoriale del commercio e della attrattivita’ dei contesti urbani. E’ una sfida che vogliamo affrontare assieme al territorio ed agli operatori commerciali.
E’ il momento, infatti, di rispondere alla crisi economica ed alla diminuzione dei consumi facendo sistema. In particolare, cio’ e’ possibile attraverso la promozione dei distretti: l’occasione per lo sviluppo del commercio di vicinato in una ottica piu’ competitiva. Un commercio capace di fare sviluppo ed aggregazione sociale e che nel contempo rivitalizzi i centri urbani riuscendo ad attrarre residenti e turisti”