L’AQUILA – Non poteva iniziare peggio il mese d’Agosto per i commercianti aquilani. Nella giornata di martedì sono arrivate tre pessime notizie: le cifre impietose diffuse dal rapporto della Confesercenti; il crollo delle vendite nel mese di Luglio (nonostante i saldi) e il mancato accordo fra le associazioni di categoria sull’apertura straordinaria dei negozi per l’intera giornata del 14 (domenica).
L’estate amara del commercio aquilano è una somma di più fattori. Vediamone qualcuno.
Anzitutto ci sono gli effetti prolungati del terremoto. La dispersione abitativa ha messo in ginocchio i piccoli negozi di vicinato e i collegamenti fra i centri commerciali e i nuovi insediamenti sorti dopo il sisma sono ancora carenti. Molti grandi quartieri, come Pettino o Santa Barbara, risultano ancora mezzo disabitati e, data la situazione del centro storico, sono pochi i turisti che mettono il naso da queste parti.
In secondo luogo, l’effetto combinato della crisi economica globale e di quella occupazionale locale ha portato molte famiglie aquilane a tirare la cinghia e a diminuire i consumi.
Infine, ma non meno importante, c’è una penuria di iniziative culturali e di svago su cui far leva e a cui agganciare un indotto. Quest’anno non si è pensato a una programmazione estiva in grado di offrire eventi, concerti e spettacoli a beneficio dei turisti o di coloro che, per forza o buona voglia, sono rimasti in città.
In mancanza d’altro, e con i fuori sede che non torneranno prima di settembre, si aspetta e si fa affidamento nella Perdonanza, nella speranza che, almeno nella settimana di celebrazioni dedicate a Celestino, il volume di affari possa tornare a crescere. Ma è davvero troppo poco.
Più che arrabbiati, gli esercenti aquilani appaiono sfiduciati e guardano al futuro con comprensibile preoccupazione.
Il paradosso è che, dopo il terremoto, il numero di attività commerciali presenti in città è addirittura aumentato e, a giudicare dal numero di centri commerciali in costruzione, è destinato a crescere ancora. Ma, dice proprio il rapporto della Confesercenti, è un incremento relativo, dovuto soprattutto al fatto che molti lavoratori dipendenti rimasti senza un posto a seguito del terremoto hanno tentato di “reinventarsi” un lavoro aprendo un’attività in proprio.
Dato questo scenario, è difficile credere che commercianti ed esercenti possano continuare a fare affidamento solo sulle proprie forze. Saranno necessarie azioni e politiche di supporto, sostegno e programmazione razionale, e non solo a livello comunale.
A essere non più rinviabile, tuttavia, è soprattutto l’avvio del grande cantiere della ricostruzione.
(R. C.)
L’estate nera dei commercianti aquilani. pochi affari e futuro incerto
Pesano anche i pochi cartelloni culturali estivi