L’AQUILA – In Abruzzo mancano panettieri e fornai ma, a causa della riluttanza dei giovani a fare lavori manuali, è una carenza che al momento non si riesce a colmare. “Ne servirebbero almeno cento, ma in pochissimi rispondono all’appello. Eppure un panettiere arriva a guadagnare anche tremila euro al mese” scrive il giornalista del Corsera Nicola Catenaro, autore di un’inchiesta apparsa oggi sul quotidiano di via Solferino.
Non si tratta solo di un fenomeno emblematico del mal funzionamento del mercato del lavoro italiano (un mercato in cui spesso domanda e offerta non si incontrano). A causa della poca voglia dei ragazzi di “sporcarsi le mani” sono a rischio dozzine di varietà di pane, dolci e prodotti tipici locali, che sono la vera espressione della cultura del nostro territorio.
Anche l’assessore regionale alle politiche del lavoro Paolo Gatti ha commentato la notizia: “È un retaggio del dopoguerra il fatto che i figli debbano essere per forza tutti diplomati o laureati e impiegati, possibilmente nella pubblica amministrazione. Bisogna superare i pregiudizi culturali legati a professioni considerate poco qualificanti. È vero, quello del fornaio è un mestiere duro ma, come accade anche per altre figure molto richieste, consentirebbe di avere uno sbocco lavorativo immediato e sicuro e uno stipendio non trascurabile”
In abruzzo mancano i fornai. gatti: “superare i pregiudizi sui alcuni mestieri”
Pochi ragazzi rispondono alle offerte di lavoro
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