L’AQUILA – La Struttura per la gestione dell’emergenza (Sge) non è affatto convinta del nuovo cambio di direzione del Comune di retrodatare al giorno della firma dell’ordinanza, la maggiorazione del contributo di autonoma sistemazione ai nuclei familiari con abitazione con esito E o in zona rossa, i quali non abbiano un alloggio del progetto Case o risultino assegnatari di un Map.
Non ne è convinta a tal punto che starebbe pensando di chiedere un parere consultivo alla Corte dei Conti, per chiarire una vicenda che presenta, manco a dirlo, spunti di nuove polemiche. Si tratta di un aumento di 200 euro a nucleo familiare “piccolo” (uno o due componenti) che l’amministrazione ora fa partire dalla data in cui è stata emessa l’ordinanza, ossia dal 10 marzo 2010, giorno delle firma del provvedimento ministeriale, anche se la richiesta d’aumento è stata presentata sei o otto mesi dopo.
Arretrati che variano quindi da 1.200 a 1.600 euro per nucleo familiare. Un bel gruzzoletto che ora, appunto, fa discutere.
Ha ragione l’assessore all’Assistenza alla popolazione Fabio Pelini, che ha ritenuto opportuno spiegare tutto in una nota, oppure la Struttura per la gestione dell’emergenza che adombra una possibile irregolare dazione di denaro pubblico?
Come si vede un’altra grana è alle viste. Certo Pelini avrà avuto le sue brave ragioni nell’interpretare l’ordinanza supportato dalla valutazione della dirigente del settore Patrizia Del Principe, ma neppure l’interpretazione della Sge sembra campata in aria ritenendosi la maggiorazione del Cas incompatibile con la permanenza in graduatoria e viceversa.