L’AQUILA – La crisi morde, ma l’Abruzzo si difende. Quasi dappertutto l’agricoltura segna il passo, ma in Abruzzo cresce, come cresce il turismo legato alle tipicità della nostra regione. Non è poco.
Dove gli imprenditori si danno da fare, si rimboccano le maniche invece di piangersi addosso, i risultati arrivano e non sono di poco conto. E’ l’intero comparto agricolo che fa registrare numeri importanti come quelli dell’export. All’estero vino, pasta, olio e altri prodotti della nostra terra volano nella considerazione dei consumatori. Il vino venduto sui mercati americani, australiani, tedeschi ha avuto una crescita percentuale notevole, anche migliore delle previsioni, come ha detto l’assessore regionale Mauro Febbo.
“Il marchio Abruzzo- ha aggiunto- è apprezzato sempre di più al di fuori dei confini regionali e nazionali”. Dunque, meno lamentele e più impegno da parte di chi ha in mano le redini dell’economia regionale. Non ci sono mai piaciuti i piagnistei di certi imprenditori che pretendono tutto e subito dallo Stato, sia esso rappresentato dalla Regione o dal Governo nazionale.
Certo gli investimenti vanno incentivati. Quando gli imprenditori reclamano lo sblocco dei fondi Fas per le cosiddette aree sottoutilizzate, hanno ragione da vendere. Per il governatore Gianni Chiodi, la recente trattativa col governo a Roma si è trasformata in una vittoria politica perché a breve saranno destinati all’Abruzzo ottocento milioni di euro.
E ottocento milioni sono molti anche se non rappresentano la soluzione di tutti i guai dell’Abruzzo, come non sarà per l’Aquila la soluzione definitiva l’istituzione della zona franca. Dunque non tocca soltanto alla politica trovare la maniera di far ripartire la crescita, tocca anche a chi, oggi, è costretto a tirare la cinghia. Gli industriali devono capire che è finito il tempo delle vacche magre e che bisogna rischiare un po’ di più in proprio. Cosa che fino ad oggi è avvenuta soltanto in parte. Gli imprenditori agricoli sono un esempio da seguire. Loro la soluzione l’hanno trovata, rimboccandosi le maniche e inventando nuove soluzioni per fronteggiare la crisi.