L’AQUILA – Il Gip del Tribunale dell’Aquila, Marco Billi ha convalidato stamane il sequestro di tutto il materiale sequestrato entrato nell’inchiesta “Attenti a quei due”, ovvero su un tentativo di truffa relativo ai 12 milioni di euro messi a disposizione dal Dipartimento delle politiche della famiglia per le aree del “cratere” del terremoto, i cosiddetti “fondi Giovanardi”.
Una vicenda giudiziaria nata nel maggio del 2010, come ricorda l’Agi, che ruota attorno a Fabrizio Traversi di 62 anni di Roma, e Gianfranco Cavaliere di 36 anni dell’Aquila, entrambi agli arresti domiciliari. Con “artifici e raggiri” (si legge nell’ordinanza) gli arrestati Fabrizio Traversi e Gianfranco Cavaliere hanno cercato di “ottenere inizialmente la somma di 12 milioni di euro” dei fondi Giovanardi, poi ridotta di 3,1 milioni, “raggirando innumerevoli soggetti privati e istituzionali” attraverso “mendaci informazioni sulle finalita’ della Fondazione Abruzzo solidarieta’ e sviluppo onlus” e di “ulteriori altre associazioni e fondazioni”.
L’accusa e’ di concorso in tentata truffa aggravata continuata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Nell’ambito dell’operazione condotta dai carabinieri del Nucleo operativo ed ecologico (Noe) di Pescara, sono stati effettuati dei sequestri nelle abitazioni dei due arrestati e presso il Comune di San Demetrio nei Vestini (L’Aquila), Comune “capofila” nel progetto “L’Aquila Citta’ Territorio”.
Si tratta di documentazione cartacea relativa ad atti e delibere ma anche di personal computer e varia corrispondenza anche con la Curia arcivescovile. Secondo gli investigatori, il giochetto e’ stato tentato con il concorso di due altri indagati:Silvano Cappelli, quale “capofila di altri sindaci” e “soggetto proponente il progetto denominato ‘L’Aquila Citta’ Territorio’ depositato in data 6 agosto 2010”, e Nicola Ferrigni, presidente di Eurispes Abruzzo che, secondo l’accusa, avrebbe avuto il ruolo di reperire stagiste che avrebbero lavorato gratuitamente mentre il loro compenso finiva nelle tasche degli indagati.
Il tentativo di truffa, sempre secondo l’ordinanza, non e’ riuscito per “ragioni estranee alla loro volonta’”: “reazione del Comune dell’Aquila, diffidenza dei componenti regionali e altre motivazioni oggettive”.