L’AQUILA – Il Pd è in confusione. L’ho detto in passato, lo ripeto oggi. Certo, per questa storia delle elezioni il prossimo anno, non è che il Pdl non sia in confusione anch’esso. Verissimo. Ma il Pd lo è ancora di più. Perché per scegliere il candidato sindaco da gettare nella mischia a primavera 2012, avrebbe deciso di affidarsi ad un sondaggio tra Massimo Cialente e Giovanni Lolli.
Come dire che i democratici aquilani hanno deciso di farsi male da soli. Non meraviglia; il “tafazzismo” è una strana abitudine della classe politica. Ma come, hanno un sindaco che bene o male è stato in sella per cinque anni, ha affrontato quella tempesta che è stato il terremoto e non ne è rimasto travolto, è stato l’interlocutore di Silvio Berlusconi, ha stretto la mano a Obama e agli altri del G8, si è rotto la testa (dura, perché ce l’ha dura) in mille contrasti con quelli che contano, e ora vogliono metterlo da parte?
E per farlo si affidano a un sondaggio? Mbè, se fossi da quella parte, dalla parte dei ‘democrat’, direi che è un suicidio, ma lo dico lo stesso. Cambiare il sindaco uscente, e per di più cambiarlo in corsa, affidandomi agli umori di mille aquilani (tanti ne prevede il sondaggio), sarebbe una follia. E ve lo dico subito perché, anche se è un parere del tutto personale.
Giovanni Lolli non è un’alternativa credibile: buon parlamentare, grande aquilano, certamente. Ma non è nella ‘pancia’ della gente di sinistra. Per Massimo Cialente è vero il contrario. Quei pochi meriti che ha, se li è guadagnati sul campo. Di errori ne ha fatti parecchi, ma siamo sinceri: chi non ne avrebbe fatti al posto suo con tutto quello che è successo? E questo il popolo di sinistra lo sa bene.
Perciò mi metto nei panni loro e difendo Cialente. Per me è lui il candidato di quel coacervo che è oggi la sinistra aquilana (Pd, Italia dei Valori, Sel, Comitati e chi più ne ha ne metta), anche se saranno tutti gli aquilani a dover dire se deve restare lui sella per i prossimi anni che saranno quelli della ricostruzione.