L’AQUILA – “Chiodi ci ha anche convocato un’ennesima conferenza stampa, ma per comunicare che cosa? Si tratta di un goffo tentativo di spettacolarizzare il detto ed il ridetto. Chiodi, come altri, capiscano che non si e’ in perenne campagna elettorale.
Di fronte alla responsabilita’ di chi ha sottoscritto il Patto Chiodi dovrebbe quanto meno evitare la “politicizzazione” di un risultato che non e’ altro che il primo passo”. Ad affermarlo il capogruppo del PD in Regione Camillo D’Alessandro. “Anche perche’ – spiega l’esponente del PD – la realta’ e’ tutt’altro che rosea. Per esempio l’8% che dovra’ essere subito sbloccato in termini di cassa servira’ a coprire in parte i 130 milioni di Euro gia’ anticipati o saranno aggiuntivi?”
“La fase2 – riprende D’Alessandro – non la detta Chiodi, cosi’ come non ha dettato la fase1, che ricordo essere nata non certo per la volonta’ del presidente della Regione, ma per l’accordo unitario sottoscritto dalle parti sociali e definito Vertenza Abruzzo, un appello poi raccolto da Chiodi e dal PD. Chiodi per tre volte non ci e’ riuscito, solo il tavolo unitario a Roma ha riportato a casa i FAS”.
“La fase2 – prosegue l’esponente del PD – e’ fatta appunto di Vertenza con il governo nazionale: fondi per le infrastrutture, piano per il Sud, sistema ferroviario delle interconnessioni del Paese. Dentro la vertenza si sezionano le proposte e le priorita’. Chiodi non riuscira’ a trascinare il Patto in una passiva accettazione di cio’ che abbiamo ottenuto e che ci spettavano, i Fas, dimenticando le partite perse, fondi per le infrastrutture”.
“Pronti – conclude D’Alessandro – a fare ancora la nostra parte, con la stessa responsabilita’, ma con chiarezza, si sta nel Patto per fare passi successivi. Qualcuno deve spiegare a Chiodi che la notizia per l’Abruzzo sara’ l’arrivo, non l’inizio del cammino”.
PAOLUCCI (PD), “FASE DUE PARTA DA UN BAGNO DI REALISMO”
“Ancora una volta Chiodi spaccia per risultato storico l’aver ottenuto cio’ che all’Abruzzo spetta di diritto. Risultati ottenuti grazie soprattutto alle parti sociali ed anche al senso di responsabilita’ del maggior partito dell’opposizione.
Chiodi chiede anche ‘alla classe dirigente abruzzese’ un cambio di passo: allora vale la pena ricordargli che mai nessuno in Abruzzo ha avuto piu’ potere di lui, e che il trucco di addossare la colpa ad altri non funziona piu'”. Lo afferma il segretario regionale del Pd Silvio Paolucci, commentando la conferenza stampa di questa mattina del presidente Chiodi.
“Se Chiodi vuole cambiare passo e aprire una ‘fase 2′ inizi con un bagno di realta’” dice Paolucci “e rispetti di piu’ il dramma di decine di migliaia di abruzzesi alle prese con la disoccupazione, il precariato e il rischio chiusura delle piccole imprese. Dalla Val di Sangro e il Trigno-Sinello, in Val Vibrata, nell’area peligna o in quella Val Pescara che si era anche dimenticato di inserire fra le aree di crisi. Vada all’Aquila o si faccia accompagnare nelle zone artigianali e tocchi con mano la crisi.
I modesti risultati positivi sono da attribuire ad una ripresina di pochissime aziende internazionalizzate, senza dimenticare che le performance negative del 2010 sul 2009 (-7 per cento il Pil), dovute anche all’impatto del sisma, avrebbero prodotto un rimbalzo fisiologico di alcuni indicatori economici. Investiamo invece con onesta’ e coraggio, senza strumentalizzazioni”.
PALOMBA (IDV) A CHIODI: MENO INTERVISTE, PIU’ FATTI
“Dov’e’ l’ Abruzzo fuori dalla crisi economica ed occupazionale descritta da Chiodi nelle sue interminabili conferenze stampa?” Lo chiede il consigliere regionale dell’Idv, Paolo Palomba che, in una nota, scrive tra l’altro: “San Salvo forse non e’ parte dell’Abruzzo nella sua testa?
Me lo chiedo perche’ mentre Chiodi snocciola davanti alla stampa un successo dopo l’altro, l’area industriale di San Salvo(Chieti) rischia di non avere piu’ un futuro. Raccogliamo per questo il grido d’allarme dei sindacati che in questi giorni denunciano la fuoriuscita di diverse decine di lavoratori della Pilkington e il rischio di delocalizzazione di diversi comparti, da ultimo quello dei forni di tempera che – probabilmente – verra’ trasferito in Polonia.
E se questa e’ la condizione dello stabilimento che vanta in Europa le tecnologie piu’ all’avanguardia, e’ facile immaginare quali possano essere le ripercussioni su tutto l’indotto. Stessa cosa per la Flovetro che a causa della dismissione e ridimensionamento della Saint Gobain, cosi’ come denunciato dai sindacati, ha un futuro incerto che mette a rischio la produzione e quindi i lavoratori.
Noi dell’IdV – prosegue Palomba – che abbiamo deciso di essere in mezzo alla gente, al fianco dei lavoratori nelle fabbriche, chiediamo a Chiodi di uscire dall’ubriacatura degli annunci e di dire concretamente quali sono le azioni che la Regione vuole mettere in campo per salvaguardare le centinaia di lavoratori degli stabilimenti di San Salvo e quali le azioni per evitare che i comparti produttivi vengano tutti delocalizzati altrove.
Insomma – conclude il consigliere regionale – chiediamo a Chiodi di avere in mente anche quell’Abruzzo che soffre e molto, fatto di padri di famiglia che stanno perdendo il lavoro e che hanno diritto a delle risposte urgenti e chiare e di farlo non con conferenze stampa ma con azioni concrete”.