L’AQUILA – Non dite male alla sanità aquilana, è ingiusto e ingeneroso. E’ vero, ci sono cose che non vanno, altre che non funzionano come dovrebbero, ma nel complesso l’assistenza alle persone è più che accettabile. Prendete l’ospedale “San Salvatore“.
Con la riattivazione dei reparti danneggiati dal terremoto, la situazione è migliorata e le cose cominciano a funzionare meglio. Non si è ricostruito soltanto, si è anche iniziato a razionalizzare i servizi, a renderli, dove possibile, più efficienti con grande beneficio per i cittadini che li utilizzano. Prendete gli sportelli per il pagamento dei ticket, le prenotazioni delle visite specialistiche e gli accertamenti diagnostici.
Prima era un assalto all’arma bianca. Se non ti alzavi da letto ad ora antelucana, rischiavi di perdere l’intera mattinata per attese snervanti davanti agli sportelli. Trovare un sedile libero era una scommessa e così fare la fila diventava un incubo specie per le persone non più giovani. Oggi il servizio di prenotazione è stato spostato in locali nuovi e più ampi, sono stati raddoppiati gli sportelli, la gente aspetta seduta su comode poltroncine di plastica. Aspetta, certo, ma non un’eternità, aspetta soltanto il tempo giusto. In poco tempo si sbriga e torna a casa. Di più.
Il servizio analisi ha fatto un altro passo avanti sul piano informatico. Se hai Internet a casa, puoi collegarti all’elaboratore centrale e, tramite una ‘password’ che di danno quando prenoti, puoi leggerti poi i risultati delle analisi sul computer e stamparli se vuoi e farli vedere al tuo medico, evitando di andare all’ospedale.
Il cruccio principale, tuttavia, sono le liste d’attesa. Si sta cercando di alleggerirle, ma molto dipende anche dagli utenti.
C’è chi prenota e poi non si presenta alla visita senza avvertire il Centro Unico di Prenotazione, lasciando posti vuoti che potrebbero essere occupati da altri anche loro in attesa E’ qui che la Asl dovrebbe trovare un meccanismo tale da compensare le rinunce, caso mai avvertendo in tempo chi è in coda Sappiamo che ci sta pensando. Se riuscisse avrebbe fatto davvero un miracolo.