L’AQUILA – “Sulla zona franca urbana (Zfu) siamo ancora al punto di partenza: la richiesta, dopo due anni e mezzo dalla presentazione, di nuova documentazione sull’Aquila e sulla situazione socio-economica del cratere.
Nonostante le promesse dei vari politici e rappresentanti istituzionali, che in piu’ occasioni hanno dato per prossima l’approvazione della zona franca, e l’impegno assunto sul tavolo del Governo nazionale, la delegazione abruzzese volata a Bruxelles e’ tornata con una nuova richiesta di chiarimenti”.
Dura presa di posizione del segretario regionale Cisl, Gianfranco Giorgi, che punta l’indice contro i ritardi “inaccettabili e ingiustificati nel via libera che l’Ue e’ chiamata a dare su uno strumento indispensabile per la ripresa economica del territorio aquilano. Secondo quanto riferito dal vice presidente del Consiglio regionale, Giorgio De Matteis ‘l’Europa sta cominciando a pensare davvero alla zona franca per L’Aquila. Occorrera’, tuttavia, inviare alla Direzione aiuti di Stato della Commissione altra documentazione'”.
“E’ assurdo”, incalza Giorgi, “che, in una situazione di assoluta emergenza che si e’ cronicizzata e che vede tante famiglie in difficolta’ e la fuga dall’Aquila di centinaia di giovani alla ricerca di occupazione in altre citta’, dove le possibilita’ di un impiego sono piu’ alte, si stia ancora valutando l’opportunita’ di concedere o meno i benefici fiscali. Non solo.
L’Ue continua a richiedere documentazione aggiuntiva, necessaria per dare l’ok definitivo. Al danno si aggiunge la beffa! Aiuti, sgravi fiscali, contributi agevolati alle imprese e quant’altro sarebbero dovuti arrivare immediatamente dopo il sisma, con un provvedimento straordinario tarato e misurato sulle esigenze derivanti da una catastrofe naturale come quella del 6 aprile 2009.
Non solo, a torto, si sta utilizzando uno strumento ordinario, ma la lentezza e i ritardi accumulati, uniti ai dubbi che ancora permangono sull’approvazione della Zfu, rischiano di vanificare ogni beneficio che puo’ derivarne”. “Tutto cio'”, conclude Giorgi, “mentre i dati sulla cassa integrazione straordinaria fanno registrare un picco nella zona dell’Aquila, dovuto al fermo della ricostruzione pesante, che non e’ ancora partita.
Il nostro e’ un territorio piegato sotto il peso della crisi, dove mancano posti di lavoro, occupazione stabile e grandi gruppi industriali che, insieme alle Pmi, possono fare la differenza sui numeri. Motivazioni sufficienti a concedere quello che, piu’ che un privilegio, appare una necessita’ assoluta”.