L’AQUILA – Anche nella giornata di oggi, come oramai accade quotidianamente, assistiamo al rimpallo di responsabilità tra Commissario e Sindaco, rispetto al fatto che la ricostruzione non procede e, quando lo fa, è costretta in un regime normativo che non assicura di certo efficienza.
Le elezioni per il rinnovo dell’amministrazione comunale, oramai, sono al centro di molti dei ragionamenti degli attori politici aquilani e (purtroppo) celanesi e teramani, il che costituisce inevitabilmente un forte condizionamento in merito ad ogni agire virtuoso.
Crediamo che sia importante sottolineare che le aspettative di tutti noi, cittadini aquilani, rispetto a un rinnovo della classe politica e quindi rispetto ad un miglioramento del processo di ricostruzione, resteranno inevitabilmente mortificate se non cambieremo anche il sistema e conserveremo questa assurda dicotomia sindaco-commissario che, anche se cambiassero gli attori, continuerà a produrre solo polemiche e accuse reciproche di incapacità.
Allora chiediamo a tutte le forze politiche aquilane, in maniera trasversale, di dotarci di un obiettivo comune che senza dubbio conferirebbe al prossimo Sindaco, chiunque esso sarà, la facoltà e la responsabilità chiara di agire concretamente.
In breve la nostra proposta, condivisa dal segretario comunale di Fli Stefano Morelli, è questa: cambiamo la governance e facciamo in modo che il prossimo Sindaco eletto, sia anche Commissario alla ricostruzione, con poteri, mezzi finanziari, facoltà normative, rafforzate rispetto a quelle del Sindaco inteso nella maniera classica.
Per la situazione che viviamo, che senza dubbio è speciale, occorrono mezzi speciali.
Un Sindaco normale, non ha mezzi, poteri e possibilità concrete di incidere se non arricchito dalle facoltà commissariali. Sarebbe anche una maniera intelligente di favorire, nei fatti e senza alchimie, quel famoso processo di partecipazione democratica chiesto a gran voce dalla città che, attraverso il sistema da noi proposto, avverrebbe spontaneamente.
Infatti il Commissario- Sindaco, prima di emettere ordinanze, (che oggi Chiodi e Fontana emettono in beata e colpevole solitudine), di certo sarebbe obbligato ad una condivisione, quindi ad una discussione , quindi ad una partecipazione, almeno con il Consiglio Comunale e quindi con la città.
Inoltre è il Sindaco, sono gli amministratori locali che hanno contatti quotidiani con tutti i cittadini; siamo noi che riceviamo istanze, suggerimenti, spesso anche veementi strigliate dalla gente ; di certo non è il teramano-commissario Chiodi che la sera, dopo aver svolto il compitino senza cuore e senza passione, bello e tranquillo se ne torna nella sonnecchiosa Teramo a riposare nella calma piatta di una città senza grossi problemi e in cui si può vivere così, senza affanni.
Al contrario all’Aquila si soffre, si lotta, si piange e si suda ed è ora di fare in modo che la nostra situazione, il nostro futuro, ritornino nelle nostre mani, nella nostra speranza. Nessuno più di un aquilano può aver interesse a ricostruire la sua città, meno che mai può averlo un Teramano (o un Celanese). Al prossimo Sindaco aquilano, venga data la possibilità di ricostruire davvero. I colonizzatori Chiodi, Piccone, Fontana & Co., che della nostra città non conoscono un angolo, un odore, un sapore e che spesso ci appaiono portatori di un’ostilità atavica nei confronti del nostro ruolo di capoluogo, tornino a casa e ci lascino vivere il nostro destino; siamo aquilani, siamo certi che, se avremo libertà di azione, sarà in buone mani, chiunque sarà il nuovo Sindaco, perché saranno mani aquilane, che amano la propria (nostra) città.
I consiglieri comunali (Fli)
Enrico Verini,Maurizio Leopardi