L’AQUILA – “Sono contrario alla presenza di operatori e fotografi tranne che per le parti del processo che avranno rilevanza sociale, come quando si parlera’ di prevedibilita’ dei terremoti. Il processo non deve diventare un reality show”. Cosi’ ha tuonato Carlo Sica, rappresentante dell’Avvocatura dello Stato nel corso della terza udienza dibattimentale contro i sette membri della Commissione grandi rischi che si sta svolgendo all’Aquila. D’accordo l’avvocato Francesco Petrelli, legale di Franco Barberi: “I mezzi televisivi – ha affermato – sono stati usati con una certa invadenza, (il riferimento era alla seconda udienza) tanto che il giudice e’ dovuto intervenire per evitare che una telecamera sbirciasse nel suo computer mentre scriveva un’ordinanza. Posizione ribadita anche da altri avvocati della difesa, come Filippo Dinacci (che assiste Mauro Dolce) e altri, che hanno chiesto di “imporre quantomeno una postazione fissa per non incidere sul comportamento delle parti”. La richiesta delle difese e’ di evitare che grazie alle riprese tv testi ascoltino testimonianze di altri testi, violando il codice. “L’udienza e’ pubblica, non si puo’ evitare”, ha ribadito il pm che, pero’, ha proposto due “temperamenti”: “Chiedere il consenso alla persona ripresa e una postazione fissa”. Il giudice ha disposto una postazione fissa alla sua destra, vicino ai banchi dell’accusa e previsto che testi, parti, avvocati e chiunque altro possano decidere di essere ripresi o meno.

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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