L’AQUILA – Sulla ricostruzione il Comune continua a fare confusione. Almeno è questa l’impressione che si ricava dalle ultime dichiarazioni di esponenti della giunta Cialente. Una delle proposte che più fa discutere è quella che vorrebbe portare da 24 a 48 mesi il periodo per ricostruire una casa E della periferia, e la creazione di una struttura per il controllo dei progetti che, sarebbe un doppione della Struttura tecnica di missione.
Come dire che nella casa terremotata una persona anziana rischia di non rientrarci più e un giovane di rientrarci quando sta per diventare…nonno. Dulcis in fundo, la nuova struttura comunale dovrebbe occupare gli ex di ‘Abruzzo Engeenering’. Se non è clientelismo questo, poco ci manca. Tanto per ricordarlo, col sisma il Comune dell’Aquila è stato autorizzato ad assumere 150 persone.
Come si fa a dire che si vogliono mettere su altre strutture (leggi carrozzoni) con dentro altra gente? Eppure c’è qualcuno come l’assessore Di Stefano che rovescia la frittata.”I contenuti dell’ultima bozza di ordinanza- dice- rischiano di paralizzare l’intero processo di ricostruzione”. E agiunge: “Nel testo, contrariamente alle rassicurazioni che ci erano state fornite e’ ancora contenuta la norma che prevede la possibilità, per i cittadini, di ottenere i contributi per le singole unità immobiliari attraverso il meccanismo della garanzia personale”.
Bene, forse concordiamo con l’assessore sul fatto che la garanzie non debbano essere i cittadini ma i tecnici a fornirle e che il seguente passaggio: “in termini di assoluta urgenza, il contributo per la ricostruzione a seguito della verifica dei requisiti soggettivi e nelle more della verifica tecnico-economica del progetto può essere ottenuto presentando apposita garanzia…. possa essere sostituito con “I tecnici devono presentare apposita garanzia personale a copertura eccetera eccetera…..”
Ma poi saranno i tecnici a gridare alla scandalo e la politica dovrà tenere conto anche di loro….Comunque non è questo è il punto. L’articolo in oggetto è stato inserito all’interno delle azioni volte ad accelerare “Il processo di rientro dei cittadini nelle proprie abitazioni” come aveva detto il Coordinatore della Stm al Convegno degli Stati Generali dell’Economia e del Lavoro. Ma l’azione stona con lle prosposte che fa il Comune come, appunto, l’estensione dei termine i lavori da 24 a 48 mesi e una struttura ad hoc per la verifica dei progetti”. Un modo questo per perdere un ulteriore anno solo per la messa in funzione della struttura e per la “liquidazione” di quelle esistenti. (red)