L’AQUILA-Funziona? No, non funziona. E’ bastato che fosse resa nota soltanto la bozza della nuova ordinanza per le case ‘E’ (qualcuno l’ha definita ironicamente ‘ordinanza gioiello’), per suscitare le ire dei progettisti.
La fideiussione? Ma siete ammattiti, noi non la paghiamo, a noi non tocca garantire un bel nulla, caso mai vanno chiamati in causa i cittadini, proprio quelli che la nuova ordinanza ha tirato fuori da un provvedimento che li avrebbe sicuramente penalizzati. Ve lo immaginate chiedere a un modesto impiegato che vuole ricostruire la casa terremotata, la firma di una fideiussione che garantisca il progetto di restauro facendolo ‘correre’ più veloce saltando i controlli a monte? E se poi il progetto non è conforme per colpa del tecnico, e lo Stato mette mano alla fideiussione per risarcirsi, come va a finire?
Era stata questa considerazione a indurre la struttura commissariale, il commissario Gianni Chiodi e il sindaco Massimo Cialente, a ‘salvare’ i cittadini e a chiamare in causa i progettisti chiedendo loro non una fideiussione intera, ma una mezza fideiussione, una fideiussione, appunto, al 50 per cento. Come dire: se volete velocizzare la pratica togliendola dalle ‘grinfie’ di Reluis e Cineas, in qualche modo impegnatevi finanziariamente. Invece i progettisti si sono ribellati e non vogliono starci. E li capiamo.
Ve lo immaginate l’ingegner Tizio o l’architetto Caio che fanno incetta di pratiche, che le garantiscono tutti i progetti che gli sono stati affidati? E come farebbero ad andare avanti? A meno che non comincino a rinunciare a qualche incarico passandolo, caso mai, a tecnici più disponibili di loro. Forse era anche questo che Chiodi e Cialente volevano provocare, una specie di ridistribuzione delle pratiche. Cosa che invece non sono mai riusciti a ottenere.
Sicché c’è stato chi ha fatto incetta di progetti e per forza di cose è rimasto ingolfato ed è andato avanti a fatica. Certo, ingegner De Santis, Fintecna, Reluis e Cineas, le ‘Tre Sorelle’, hanno le loro brave responsabilità, ma con i tecnici come la mettiamo? Riferendosi a loro, qualcuno ha parlato di ‘business del terremoto’, le chiediamo: ha davvero tutti i torti? O anche l’accaparramento selvaggio è colpa dei cittadini che ‘non hanno saputo evitare l’incetta di pratiche’ come è stato detto (a sproposito) una volta? Ma chi doveva controllare se non le istituzioni, Ordini professionali compresi, che per fortuna, e se è vero quello che dicono, sono destinati a sparire?