L’AQUILA – Gli errori sanitari sono sempre in pole position tra le lamentele degli italiani, nella loro veste di pazienti del Sistema sanitario. In particolare, dal 2009 al 2010, sono piu’ raddoppiate le segnalazioni relative alle disattenzioni da parte del personale sanitario (passate da 5,8% a 12,9%) e sebbene siano in calo, le lamentele a proposito degli errori diagnostici e terapeutici restano elevate (dal 63% del 2009 al 58,9% del 2010). I dati emergono dall’annuale rapporto ‘Pit Salute’ del Tribunale per i diritti del malato di Cittadinanzattiva, giunto alla sua 14esima edizione e presentato questa mattina a Roma alla presenza del ministro della Salute, Ferruccio Fazio.
Piu’ in generale, dal dossier emerge che gli errori sanitari restano la prima tra le voci di lamentela dei cittadini (con il 18,5%, cresciute dello 0,5% rispetto al 2009), seguiti dai lunghi tempi di attesa (passati dal 15 al 16%) e dalle segnalazioni di difficolta’ di accesso ai servizi, addirittura raddoppiate (dal 5,5% del 2009 al 10% del 2010).
Dieci le aree di riferimento su cui il rapporto si sofferma: malpractice e sicurezza delle strutture, liste d’attesa, informazione e documentazione, assistenza territoriale, invalidita’ e handicap, accesso ai servizi, assistenza ospedaliera, umanizzazione delle cure, assistenza farmaceutica, patologie rare. Oltre 23mila le segnalazioni prese in esame, giunte al Pit Salute centrale e a quelli locali nel corso del 2010.
Analizzando piu’ nel dettaglio il concetto di disattenzione, i cittadini la riferiscono a comportamenti trascurati come il lasciare i farmaci sul comodino senza accertarsi che vengano assunti dai pazienti; la mancata applicazione delle sbarre di protezione ai letti di malati semi-coscienti, anziani o non auto-sufficienti; la carenza di controlli sulle forniture delle bombole di ossigeno e di altri presidi o apparecchiature. Gli errori terapeutici vengono segnalati in misura maggiore rispetto a quelli diagnostici: se questi ultimi si attestano sul 44,7%, i primi raggiungono quota 55,3. Ortopedia, chirurgia e oncologia risultano essere le aree piu’ a rischio di errori nelle terapie, mentre oncologia, ortopedia e ginecologia/ostetricia sono i settori piu’ esposti a errori diagnostici.
I cittadini continuano a evidenziare difficolta’ nel comunicare ai medici i sintomi e i propribisogni sanitari, anche a causa del tempo sempre piu’ ridotto che viene loro dedicato. Altri problemi sottolineati dai pazienti sono quelli relativi alle difficolta’ del non avere un unico referente e delle cartelle cliniche, non ancora completamente informatizzare e quindi spesso incomprensibili in alcune parti.
Pesanti disagi sono stati segnalati, nel corso del 2010, anche in merito all’accesso ai servizi, dal 5,5% del 2009 al 9,5% del 2010. Le principali difficolta’ riguardano il ridimensionamento di servizi e prestazioni e i conseguenti costi sostenuti privatamente dai cittadini. Tre le voci piu’ spesso citate: costi delle prestazioni (44,8%), maggiore attesa per l’erogazione del servizio (32,1), totale assenza del servizio causata dalla chiusura di repart e strutture (23). Altro elemento di difficolta’ nel rapporto tra pazienti e SSN sono i ticket e le esenzioni. Se nel 2009 il 62,5% delle persone segnalava costi eccessivi per prestazioni diagnostiche e specialistiche, nel 2010 la percentuale e’ cresciuta di undici punti.
Piu’ positiva la situazione per l’assistenza territoriale, che registra un leggero miglioramento, dal 12,7% di segnalazioni del 2009 all’11,5% del 2010. Permangono tuttavia difficolta’ riguardo all’assistenza primaria di base, per la quale le segnalazioni sono cresciute dello 0,8%, e all’assistenza residenziale, aumentate del 5,7%. Inadeguatezza degli orari di ricevimento (18,4%, +7,4% rispetto al 2009), sottostima del problema segnalato (12,8%, +2,8% sull’anno precedente), rifiuto da parte del medico di continuare ad assistere il paziente (10%, +1,6%), costo eccessivo delle visite a domicilio e rifiuto della prescrizione medica (entrambi 0,6%) sono gli elementi di disagio maggiormente riscontrati dai pazienti nel loro rapporto con medico di base, pediatra e guardia medica. E poi: dal 9,1% del 2009 si e’ passati al 10,3% del 2010 (+1,2%) per le segnalazioni relative all’invalidita’ civile e all’handicap. L’esito dell’accertamento sanitario diventa sempre piu’ problematico se e’ vero che le segnalazioni sono passate dal 28,2% del 2009 al 35,3% del 2010. Il 40% dei pazienti ritiene poi che la percentuale di invalidita’ assegnata sia inadeguata, mentre il 47,8% lamenta la mancata assegnazione dei riconoscimenti di accompagnamento. Il 50,1% delle segnalazioni in questa area, infine, riguarda i tempi d’attesa: 26,3% relativi alla lentezza dell’iter burocratico e 23,8 ai tempi lunghi per ottenere benefici e agevolazioni. In media, infatti, si attendono cinque mesi e mezzo per la prima visita, nove mesi e mezzo per il verbale, undici mesi e mezzo per l’erogazione delle indennita’ economiche: per un totale di piu’ di due anni di attesa.
Chiudono l’elenco delle segnalazioni la carenza d’informazioni sulle prestazioni sanitarie (16,2%), quelle sulle strutture esistenti (13,7%) e sull’accesso alla documentazione sanitaria (13,1%) che, tutte insieme, pongono la mancanza o scarsita’ di informazioni in terza posizione (con il 14% del totale delle segnalazioni) dopo gli errori sanitari e i tempi di attesa.
SANITA’: CITTADINANZATTIVA,OSPEDALI SPORCHI E A RISCHIO INFEZIONI
Sporchi, fatiscenti e potenziali luoghi dove contrarre infezioni, sia da parte dei pazienti sia del personale infermieristico. Sono gli ospedali italiani secondo quanto emerge dalle segnalazioni giunte al ‘Pit salute’ di Cittadinanzattiva e riassunte nel 14esimo Rapporto Pit Salute del Tribunale per i diritti del malato, presentato questa mattina a Roma. Se nel 2009 erano stati il 43,4%, nel 2010 sono passati al 46,9% i cittadini che si sono lamentati per le scarse condizioni igieniche degli ospedali. Cresciute di oltre sette punti percentuali (dal 20,2% al 27,5%) le segnalazioni relative alla fatiscenza delle strutture; +5,3% invece (da 3,2% a 8,5%) per le lamentele da parte del personale sanitario, infermieristico soprattutto, riguardo al rischio di contrarre infezioni venendo a contatto con pazienti infetti. Quest’ultimo dato, si legge nel rapporto, affiancato a quello relativo al rischio di infezione per l’uso di ferri infetti, mette in luce il problema della disapplicazione delle procedure standard di prevenzione delle infezioni. Stabile, infine, e’ invece il dato delle segnalazioni da parte dei pazienti riguardo alle infezioni nosocomiali, erano state il 6,7% nel 2009, sono state il 6,6% nel 2010.
SANITA’: CITTADINANZATTIVA; CAOS PRONTO SOCCORSO, SERVIZI CARENTI
Lunghe attese (42,1%), trasporto in ambulanza inadeguato (29,4%) e scarsa trasparenza nell’assegnazione dei codici (28,5%) sono i principali problemi segnalati dai cittadini relativamente ai pronto soccorso degli ospedali nazionali. E’ quanto emerge dal 14esimo Rapporto Pit Salute del Tribunale per i diritti del malato, presentato questa mattina a Roma. Sebbene l’indagine evidenzi una diminuzione delle segnalazioni relative alla rete ospedaliera in generale (passate dal 7,2% del 2009 al 6,2% del 2010), la rete dell’emergenza-urgenza rimane un punto critico, con un aumento vertiginoso delle segnalazioni: dal 29,8% del 2009 al 41,4% del 2010. Seguono i problemi relativi alle dimissioni, per le quali le lamentele sono passate dal 23,8% al 35,1%. Scende, invece, la percentuale delle segnalazioni sui ricoveri (da 46,4% a 23,55), riguardo ai quali si evidenzia una insufficiente offerta dei servizi ospedalieri, il mancato raccordo tra le varie strutture e una crescente difficolta’ di accesso.