L’AQUILA – Con i saluti istituzionali e l’intervento del commissario delegato Adriano Goio ha preso il via il convegno “Risanamento ambientale bacino Aterno-Pescara: cinque anni di interventi, i risultati e le prospettive”, che si sta svolgendo presso l’auditorium di palazzo Silone all’Aquila, in via Leonardo da Vinci.
All’evento ha preso parte il senatore Luigi Grillo, presidente della commissione Lavori pubblici di palazzo Madama. “Sono qui – ha detto – per una lunga amicizia con Goio, lo stimo e conosco la sua professionalità, integrità e capacità di lavoro. Quando nel 2006 mi disse di questo incarico, mi misi a disposizione. Un passaggio significativo nella sua relazione è quando scoprì che, a fronte delle cose da fare, aveva disponibili 15 milioni ma tutta competenza, senza cassa”.
Grillo ha parlato dell’opportunità di varare interventi di risanamento grazie al project financing, “anche se nel risanamento di una montagna non si può dare in gestione la montagna stessa, come fosse un’autostrada. Se però – ha concluso – si dà un bene che si utilizza poco come una caserma, una parte di quell’immenso patrimonio che ha lo Stato, allora sì, la cosa può funzionare. Bisogna, però, fare un salto culturale, smetterla di considerare che il patrimonio statale sia un tabù”.
Il presidente del Consiglio regionale, Nazario Pagano, è stato uno degli ispiratori dell’evento di oggi. “Tante attività che ha svolto – ha affermato – il commissario le ha fatte nell’ombra, senza ricercare momenti di notorietà. Leggo che 37 lavori sono stati appaltati per 58 milioni di euro e di questi 23 sono già stati realizzati”.
Secondo Pagano, “fare un bilancio oggi è importante per ripartire e ridare slancio alla messa in opera delle attività che dovranno concludere questo mandato affinché si possa dire di aver reso quasi potabile l’acqua del fiume, come i londinesi per il Tamigi”.
All’evento ha preso parte anche l’assessore regionale alla Protezione civile Gianfranco Giuliante. “All’inizio – ha ammesso scherzosamente – non riuscivo a inquadrare i tratti somatici del commissario Goio, perché era sempre sepolto da montagne di carte in una stanza piccolissima degli uffici regionali”.
Secondo l’assessore, “il commissario è l’esempio di quello che ci piace, lavorare in silenzio. Si stanno creando le condizioni – ha detto – per il risanamento idrogeologico ma anche per una ripresa dell’economia. Affrontare queste problematiche in un nucleo industriale come quello dell’Aquila, spesso esondato, permetterà infatti agli imprenditori di continuare a lavorare e magari ampliare le proprie aziende”.
Ad aprire i lavori è stato il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, che ha fatto un paragone con la tragedia del terremoto del 6 aprile 2009. “Abbiamo il dovere – ha affermato – di diventare i primi testimoni della prevenzione, del rapporto corretto tra le nostre vite e l’ambiente che ci circonda. Gran parte delle 309 vittime del sisma sono dipese da come, dove si era costruito, e non dal Fato. Sul rischio idrogeologico è la stessa cosa, auspico che si cominci presto con le casse d’espansione e gli argini, progetti che ritengo decisivi”.
“In questi cinque anni per salvare il fiume Aterno-Pescara sono stati realizzati 165 chilometri di collettori fognari, impianti di depurazione per 115 mila abitanti equivalenti, nuovi pozzi da 700 litri al secondo, serbatoi di accumulo per 16.300 metri cubi totali, condotte acquedottistiche per 9 chilometri”.
Questi i dati più importanti illustrati nel suo intervento dall’architetto Adriano Goio, commissario delegato per il risanamento del bacino del fiume Aterno-Pescara, che oggi sta facendo il punto sull’attività svolta e gli scenari futuri in un convegno all’Aquila presso l’auditorium di palazzo Silone.
Goio ha motivato l’evento con la necessità di informare in modo più diffuso sulle opere effettuate. “Un anno e mezzo fa – ha ricordato – durante uno dei nostri incontri il presidente del Consiglio regionale, Nazario Pagano, uno dei più interessati al risanamento, si era detto molto stupito di quanto fatto. Evidentemente, ho pensato, c’è bisogno di maggiore informazione. Le opere di acquedottistica, in effetti, sono sotterranee e non facilmente visibili”.
Il commissario ha poi ricordato le prime, difficili fasi di strutturazione del lavoro e reperimento dei fondi. “Nel marzo 2006 – ha spiegato – sono stato nominato. Abbiamo raccolto tutto quello che c’era da raccogliere presso la Regione, Comuni, consorzi, mettendo assieme progetti e riorganizzando tutto in un piano d’azione esecutivo. In questa fase i 15 milioni che dovevano essere nella mia disponibilità, di fatto, non c’erano. Il senatore Giovanni Legnini (presente all’evento, ndr) ha avuto merito come componente della commissione Bilancio e relatore della Finanziaria”.
Dopo una carrellata delle opere più importanti realizzate, Goio ha anche svelato uno dei piani per il futuro che saranno sviscerati nella tavola rotonda del pomeriggio, sempre all’auditorium di palazzo Silone, “la derivazione di una parte delle acque del lago artificiale di Campotosto e la distribuzione nell’Aterno-Pescara”. Novità anche per il serbatoio di San Vittorino, a servizio del capoluogo: “È già stato collaudato e riempito, entrerà in funzione prossimamente”, la promessa.
Per concludere, il commissario ha ricordato due aspetti importanti. “Credo di poter dire con un certo orgoglio due cose. Primo, mi ero impegnato a cercare di far rimanere i lavori sul territorio e penso di esserci riuscito al 99,9 per cento, visto che solo un lavoro è sfuggito ed è andato all’estero. Secondo, nel salvataggio di Bussi sul Tirino dall’inquinamento c’è stato un lungo contenzioso con Montedison, alla fine siamo arrivati a un accordo e sono riuscito a far pagare loro la messa in sicurezza, cosa non facile. Per ora hanno pagato la prima tranche di 800 mila euro, un buon inizio”.