L’AQUILA – L’Assemblea cittadina, come ricordato anche nell’ultimo comunicato stampa del 21 novembre 2011, chiedeva, sin dal 2010, chiarezza e trasparenza sui costi del progetto C.A.S.E., riportati a consuntivo sul sito ufficiale del Dipartimento della Protezione Civile, unica fonte di informazione a disposizione dei cittadini.
L’intervento dell’Assemblea cittadina, in seguito ripreso anche da altri, evidenziava la somma non utilizzata di 272 milioni di euro, a fronte dei 700 milioni stanziati dal Governo per la realizzazione urgente di abitazioni. Il Dipartimento di Protezione Civile ha ritenuto opportuno intervenire con una nota, nella quale specifica che lo stanziamento di 700 milioni è riferibile a tutti gli interventi alloggiativi e, quindi, da non considerarsi destinato unicamente al progetto C.A.S.E., bensì anche a M.A.P. (Moduli Abitativi Provvisori), M.U.S.P. (Moduli a Uso Scolastico Provvisorio) e M.E.P. (Moduli Ecclesiastici Provvisori). I 272 milioni, che i cittadini ritenevano inutilizzati, sono, quindi, da annoverare in questa più ampia voce di spesa.
Immediatamente, il Commissario alla Ricostruzione Gianni Chiodi, attraverso un comunicato stampa, nel prendere atto della nota dell’Ufficio Stampa del Dipartimento della Protezione Civile, ha invitato i consiglieri regionali, che avevano sollevato le medesime osservazioni dell’Assemblea cittadina, a dimettersi, causa la magra figura, non senza aver prima chiesto scusa agli aquilani. Non chiama in causa, il Commissario Chiodi, l’Assemblea cittadina, forse perché per essa non possono essere invocate le dimissioni.
Ma i cittadini sono abituati ad assumersi la responsabilità di quanto affermano ed hanno rilevato, in questa prima fase, che andrà avanti con lo studio approfondito dei dati riferiti anche a M.A.P., M.U.S.P. e M.E.P., che sul sito della Protezione Civile, nella sezione dedicata al terremoto Abruzzo, da soli due giorni è presente (nel paragrafo dedicato a costi, stanziamenti e donazioni) l’indicazione che i 700 milioni di euro sono stati stanziati per C.A.S.E., MAP, MUSP e MEP. La stessa Protezione Civile aggiunge, come sottotitolo, la seguente nota (che alleghiamo):
“Sulla base delle segnalazioni di alcuni lettori ci siamo resi conto che il box “I costi, gli stanziamenti e le donazioni del Progetto C.A.S.E.”, pubblicato fino al 21 novembre 2011, risultava di difficile lettura. Scusandoci dell’inconveniente, abbiamo provveduto a modificare, integrare ed aggiornare le diverse voci del box…….”.
Infatti, fino al 21 novembre 2011, i 700 milioni venivano indicati quali risorse assegnate per il solo progetto C.A.S.E. (prospetto anch’esso allegato).
L’Assemblea continua a denunciare la mancanza di trasparenza nell’informazione: non si tratta, infatti, di un “inconveniente”, ma di un’informazione errata, o mendace, alla quale il Dipartimento della Protezione Civile pone rimedio, solo in seguito alle numerose prese di posizione dei cittadini sullo specifico
I cittadini dell’Assemblea si impegnano a portare a termine, nei prossimi giorni, lo studio relativo ai dati delle altre soluzioni alloggiative, evidenziando, però, sin da ora, che l’articolo 2 del Decreto Legge n.39/2009( convertito in legge n. 77/2009), parla di moduli abitativi destinati ad una durevole utilizzazione (definizione che viene data solo al progetto C.A.S.E., non già alle altre soluzioni abitative) atti a consentire la più sollecita sistemazione delle persone fisiche residenti o dimoranti in abitazioni che sono state distrutte o dichiarate non agibili . Per tale finalità, al comma 13 dell’articolo 2, vengono stanziati i complessivi 700 milioni. I M.A.P., scelta successiva al censimento dell’agosto 2009, sono, per loro stessa definizione, moduli provvisori; i M.U.S.P. ,provvisori anch’essi, essendo moduli scolastici, restano evidentemente fuori dalla definizione di abitazioni; i Moduli Ecclesiastici, anch’essi provvisori, meritano, da parte dell’Assemblea, un più approfondito esame. Infatti, ancora non è chiaro cosa siano: abitazioni, canoniche, Chiese? Le risorse utilizzate per la loro costruzione sono circa 800 mila euro e la loro ubicazione, a differenza di tutte le altre tipologie di alloggio, non è riportata sul sito della protezione Civile.
Quindi, all’attualità, si prende atto, per stessa ammissione del Dipartimento della Protezione Civile, della difficoltà di consultazione dei dati, nonché delle scuse che sono state rivolte ai lettori del sito internet.
Riteniamo che il Commissario alla Ricostruzione Gianni Chiodi avrebbe fatto bene a non limitarsi a ripetere in maniera pedissequa la nota della Protezione Civile, stigmatizzando le conclusioni alle quali i cittadini sono giunti, consultando gli unici ed errati dati a loro disposizione, ma a dedicare qualche minuto del suo prezioso tempo ad un esame più approfondito della vicenda, avendo, supponiamo, maggiori possibilità di reperire informazioni utili, senza incorrere in inconvenienti di sorta.
Assemblea cittadina. poca trasparenza sui costi del progetto c@se
Informazione errata o mendace
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