L’AQUILA – Diventa rovente la polemica sulla Zona franca urbana ormai al centro di quello che va considerato come l’inizio della campagna elettorale. “Non c’è mai stato al mondo – ha detto Chiodi – un sostegno economico così importante come quello messo in campo per L’Aquila, ed è falso affermare, come è stato fatto, che per l’economia di questo comprensorio non c’è stato interesse”. Il governatore ha detto ancora: “Non c’è stata al mondo una comunità sostenuta come quella aquilana”. Poi è sbottato: “Mi sono stufato della politica politicante”. E ha ricordato l’intervento per la riduzione delle tasse del terremoto con un ‘assegno per la comunità aquilana e del cratere in generale di 600 milioni di euro.
“Per l’Umbria e le Marche-ha precisato- questo intervento è stato fatto per le attività gravemente danneggiate escludendo i dipendenti del settore pubblico e privato”. Dunque L’Aquila è stata tratta meglio dell’Umbria e delle Marche. Questa comunità ha bisogno di un’informazione corretta che favorisca la ripresa dello sviluppo.
La speranza è che la comunità aquilana ritrovi unità”. Giorgio De Matteis, vice presidente del Consiglio regionale, ha risposto più direttamente alle accuse. “Le affermazioni sui ritardi per la zona franca risultano false alla luce degli atti e delle lettere intercorse tra il Ministero dello Sviluppo economico, la rappresentanza diplomatica italiana a Bruxelles e la Direzione generale della Concorrenza della UE. Documentazione questa che testimonia il rispetto dei tempi sul lungo iter, iniziato due anni fa su proposta delle autorità europee e che i parlamentari italiani del Pd hanno condiviso, votandolo in Parlamento.
Quanto al de minimis – precisa il vice presidente – questo aspetto della Zona franca urbana è di fatto ricompresso all’interno della misura stessa. Mentre, la quota da riservare alle nuove aziende entro i 200mila euro, al fine di non creare concorrenza sleale con l’esistente e ampliare la platea degli utenti, è il frutto degli incontri
tenutisi a Bruxelles tra il Ministero dello Sviluppo economico e la rappresentanza diplomatica italiana, la Direzione generale della Concorrenza, che fa capo al Commissario Almunia e la Regione Abruzzo.
Tutto ciò – ha concluso De Matteis – è avvenuto nella totale assenza da parte di soggetti che oggi, improvvisamente, scoprono un nuovo interesse elettorale per il problema”.