L’AQUILA-Camillo D’Alessandro, capogruppo alla Regione del Pd, continua a fare il catastrofista e attacca Gianni Chiodi, che paragona a Berlusconi, accusandolo di “averci portato dentro il fallimento dell’Abruzzo”. D’Alessandro parla di “nefandezze del passato governo” e dice che Chiodi “faceva lo zerbino per le scarpe sporche di Berlusconi e ora si ricorda di parlare di crescita o di assenza di misure, si vergogni”. Di fronte a queste affermazioni c’è da restare allibiti. Chiodi ha certo buoni argomenti per difendersi da solo, ma vale la pena ricordare a D’Alessandro che quando è arrivato alla Regione, il governatore ha trovato un buco di quattro miliardi di euro. Una debito enorme, accumulato in gran parte dagli amici di partito di D’Alessandro (chi non ricorda le ‘cartolizzazioni’ per centinaia di milioni, sottoscritte dalla giunta di Ottaviano Del Turco, accusato di corruzione e finito in manette insieme ad altri esponenti dell’esecutivo regionale?). Quanto alle accuse di D’Alessandro, non hanno consistenza politica. Sono insulti, luoghi comuni da attivista più che da responsabile del gruppo regionale di un partito come il Pd.
D’alessandro fa il catastrofista, ma chiodi ha risanato il bilancio
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