L’AQUILA – Sarà un momento di riflessione ma anche di festa, perché i giovani sanno riflettere, progettare il futuro e sanno anche divertirsi.
Nei quasi dieci anni di pubblicazioni del mensile abbiamo raccolto segnalazioni e lamentele fra le più svariate dalla popolazione. Ci colpiscono maggiormente gli argomenti, sempre gli stessi, dei quali i ragazzi ci parlano, ci scrivono, ci raccontano, sui quali si appassionano. Immutati nel tempo i problemi, rimasti insoluti perché il più delle volte inascoltati, mentre i ragazzi crescevano perdendo momenti importanti.
Lamentano la mancanza di luoghi per ritrovarsi, per giocare all’aperto, per praticare sport, per coltivare un hobby, degli interessi. Manca loro un modo per conoscersi e riconoscersi gli uni con gli altri, importante per riempire di senso il tempo. C’è da riempire di senso anche il termine comunità, perché è cambiata nel corso degli anni ed è stata stravolta negli ultimi due. Nella nuova comunità, che stiamo faticosamente vivendo, c’è bisogno di trovare punti in comune che vadano oltre la zolla di terra calpestata e i guai che incombono. Perciò l’Associazione ilpunto onlus ha organizzato l’iniziativa del 17 e 18 dicembre sul tema dell’integrazione. Parleremo di giovani soprattutto, perché sono il futuro e il loro futuro sarà ad immagine del nostro presente.
Musica la sera del 17 con il gruppo musicale Rapsodia. Musica libera, per tutti perché la musica è un linguaggio che appartiene a ciascuno nello stesso modo.
Il 18 rifletteremo insieme sugli altri elementi comuni sui quali lavorare per abbattere le barriere culturali più resistenti. Proietteremo una video intervista doppia a due ragazzi paganichesi che gentilmente si sono prestati ad aiutarci a comprendere come immaginano il proprio futuro, quali obiettivi perseguono e quali sogni coltivano. Le loro risposte saranno lo spunto per riflettere insieme a partire dalla scuola, fondamento della crescita degli individui. Nella scuola, prima che altrove, è nata l’esigenza di una vera integrazione, per la presenza massiccia di bambini di nazionalità diversa. Nella scuola dell’infanzia e nella primaria da anni si lavora al progetto intercultura, con difficoltà, alcune resistenze ma anche tanti buoni risultati. E se la popolazione scolastica è cambiata, dev’essere necessariamente cambiato anche il modo di insegnare e la formazione degli insegnanti. Oltre alla scuola c’è poi la vita quotidiana, con le tante difficoltà, le culture, le tradizioni e i tanti modi di essere persone. Ne parleremo insieme con uomini di fede che si occupano della vita spirituale dei cittadini ma anche del loro essere uomini.
Mauro Tursini infine, attento osservatore della società, ci aiuterà ad individuare i tratti comuni sui quali impegnarsi per costruire una vera comunità integrata, senza nascondere le difficoltà ma dando valenza al tanto di comune e di positivo che c’è.
Luana Masciovecchio, Associazione IL PUNTO