L’AQUILA – Con ordinanza comunale emessa oggi sono stati fissati dei nuovi orari di chiusura dei pubblici esercizi che somministrano alimenti e bevande.
Le attività devono cessare entro le ore 24 in tutti i giorni della settimana, eccezion fatta per le giornate di giovedì, venerdì e sabato, in cui l’orario di chiusura può essere prorogato sino all’una di notte. Il Comune potrà autorizzare deroghe in occasione di particolari ricorrenze e festività.
Tale provvedimento, è scritto nella motivazione dell’ordinanza predisposta dalla polizia municipale, si è resa necessaria alla luce del fatto che, negli ultimi mesi, si sono verificate in città situazioni di criticità sotto il profilo della sicurezza pubblica e della quiete, correlate all’abuso nell’assunzione di bevande alcoliche soprattutto nelle ore notturne.
“Tali criticità – è scritto ancora nel provvedimento – sono state peraltro oggetto di segnalazioni in sede di comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica”.
Il testo completo dell’ordinanza è pubblicato sul sito internet www.comune.laquila.it, nella sezione “Concorsi, gare e avvisi” e nella sezione “Ufficio commercio” della Polizia municipale
Intanto mentre la protesta si fa sempre più dura, i Consiglieri Verini, Leopardi e Valentini impegnano Consiglio comunale dell’Aquila a modificare con immediatezza i termini di chiusura serali, ripristinando gli orari antecedenti al 20 dicembre.
“Considerato . si legge nell’ordinanza – che tale misura inibitoria, colpisce al cuore gli operatori del settore che, con sforzi enormi e generosità, hanno riaperto i loro esercizi, fornendo nella nostra città in cui manca ogni possibilità aggregativa, uno spazio fisico di socializzazione e di incontro.
Prevedendo che, qualora le cose non si modifichino, i ragazzi aquilani, verosimilmente, la sera saranno costretti a recarsi presso esercizi pubblici siti nei comuni limitrofi, con rischi maggiori dovuti agli spostamenti e con incremento di economie extraterritoriali”. Non resta che attendere la decisione del Primo cittadino.
IN ALLEGATO L’ODINANZA SINDACALE