L’AQUILA – Ci sarebbe una svolta nell’inchiesta sul ritrovamento al San Salvatore di resti di feti, medicine scadute e provette di sangue, scoperti dagli agenti della squadra mobile in un locale dell’ospedale inagibile a causa del sisma.
La notizia è apparsa oggi sul quotidiano Il Messaggero che riporta: “Il pm titolare dell’inchiesta Roberta D’Avolio, a seguito delle indagini portate avanti dagli uomini della quarta sezione della squadra mobile, diretti da Fabio Ciccimarra, coadiuvati poi dai reparti speciali dei carabinieri, quelli del Nas (Nucleo antisofisticazione e sanità) e del Noe (Nucleo operativo ecologico), entrambi di Pescara, ha iscritto sul registro degli indagati, il direttore generale della Asl, Giancarlo Silveri, e il capo tecnico di anatomia patologica.
L’accusa è di abbandono di rifiuti, ovvero la violazione del Dpr 254 del 2003 che disciplina la gestione, raccolta e trattamento dei rifiuti sanitari. Le pene previste in caso di condanna arrivano a due anni di reclusione e a una multa di 25 mila euro”. I militari del Noe – prosegue l’articolo di Marcello Ianni – hanno anche evidenziato irregolarità nei registri di carico-scarico dei rifiuti e sullo stesso smaltimento che è stata sanzionata con una multa di 5 mila euro.
La svolta alle indagini sono state date anche dalle risultanze sulle numerose persone (tra dipendenti della Asl e della società incaricata di effettuare lo smaltimento) sentite dagli inquirenti della squadra mobile, quali persone informate dei fatti. L’operazione risale a due mesi fa”.