L’AQUILA-Non sono un buon viatico le dimissioni di Gaetano Fontana, il capo della Struttura tecnica di missione, la complessa macchina che ha il compito di controllare l’intera ricostruzione della città. Non lo è né per Massimo Cialente, di nuovo al centro di polemiche forti, né per il Piano di ricostruzione del centro storico che sta per arrivare, finalmente, all’esame del Consiglio comunale.
Di là dall’ennesima esternazione del sindaco e degli assessori del “cerchio magico”, se davvero le dimissioni di Fontana andassero oltre il loro significato di risposta forte per essere invece confermate ‘inderogabilmente’, per la ricostruzione della città, di tutta la città e non soltanto del centro storico, si aprirebbe un vuoto preoccupante. La corda, insomma, a lungo tirata da una parte e dall’altra, è ad un passo dallo spezzarsi definitivamente.
E’ questo che voleva davvero Cialente, o l’assessore Pietro Di Stefano o l’assessore Stefania Pezzopane? E’ questo che vogliono l’amministrazione e il consiglio comunale in un momento molto delicato, quando la proroga concessa dal governo Monti è già a due mesi da una nuova scadenza e bisognerà richiedere a Roma la disponibilità di altri finanziamenti?
E’ questo, insistiamo, che si vuole davvero quando manca poco alla fine del mandato di Reluis e Cineas e sarà necessario creare dal nulla un’altra struttura per la verifica dei progetti che sono stati presentati dopo il 31 agosto scorso? No, realisticamente pensiamo che il nostro sindaco, il sindaco di tutti gli aquilani al di là delle appartenenze, non voglia questo. Sa bene Cialente che siamo tutti sulla stessa barca e remare contro corrente potrebbe portare a un definitivo naufragio.