L’AQUILA- Sarà riorganizzata la Struttura commissariale con l’unificazione in un unico organismo, delle funzioni prima incardinate tra la Struttura Tecnica di Missione e la Struttura per la Gestione dell’Emergenza; la ricostruzione dei centri storici dovrà essere delegata sempre di più ai Comuni, mentre il Commissario straordinario avrà soltanto compiti di coordinamento di interventi e di funzioni, e la ricostruzione del centro storico potrà avvenire sicuramente anche per stralci ora che il Comune si accinge a varare il Piano di ricostruzione con un duplice passaggio in Consiglio Comunale. Fondamentale resterà infine, la funzione della Struttura tecnica di missione che ha svolto sinora, con efficace, la propria attività tecnica e amministrativa.

Sono questi i punti fondamentali della lettera con cui il Commissario straordinario alla ricostruzione Gianni Chiodi respinge le dimissioni di Gaetano Fontana da responsabile Struttura tecnica di missione (Stm), una lettera che contierne una serie di puntualizzazioni che censurano apertamente gli attacchi politici e strumentali di cui lo stesso Fontana è stato fatto oggetto, specie negli ultimi mesi.

Attacchi che miravano, dice Chiodi, a “sopprimere la parte avversa, a nulla risaltando il valore aggiunto proprio di un’organizzazione amministrativa (la Stm ndr) che non può, comunque, che informare la propria azione a quanto previsto dalla legge”.

E poi un impegno preciso: “Nel richiederle – scrive Chiodi a Fontana- di voler continuare nel suo lavoro, le confermo il mio preciso impegno ad assumere compiutamente e integralmente tutta la responsabilità politica dell’incarico di Commissario delegato per la ricostruzione che il Governo nazionale ha inteso confermarmi nonostante il 28 dicembre avessi rimesso la delega nelle mani del nuovo Presidente del Consiglio dei Ministri”.

LA LETTERA DI CHIODI

Caro Architetto Fontana,

sono d’accordo con Lei: l’aver sempre e comunque assunto comportamenti conformi alle norme e a quanto, di volta in volta, concordato nel corso di lunghe e complesse riunioni non è visto quale normale esercizio dei compiti di un funzionario pubblico; anzi, la sua attività istituzionale è stata troppo spesso fatta oggetto di attacchi non tollerabili per un lavoro che dovrebbe svolgersi, è vero fra mille difficoltà, ma in un contesto sereno e con spirito fattivo: alla politica la lotta e lo scontro; ai soggetti istituzionali – come la Struttura Tecnica di Missione – il regolare e corretto svolgimento dell’attività amministrativa.

Nel processo di ricostruzione del dopo terremoto, i due profili, quello politico e quello tecnico, sono continuamente fra di loro inviluppati e, non poche volte, artatamente rappresentati per far prevalere la convenienza del momento.

Anche in questo caso, e a conferma di quanto detto, alla Sua richiesta di chiarezza tecnico – istituzionale, alcuni hanno risposto correttamente sul piano da Lei invocato della rispondenza al principio del corretto andamento dell’attività amministrativa; altri – e non mi aspettavo nulla di diverso – hanno continuato ad utilizzare categorie interpretative politiche, mirate a sopprimere ideologicamente la parte avversa, a nulla risaltando il valore aggiunto proprio di un’organizzazione amministrativa che non può, comunque, che informare la propria azione a quanto previsto dalla legge.

Quanto illustrato dal sindaco Cialente per quanto riguarda il centro storico di L’Aquila con la presentazione finalmente (quanto tempo inutilmente perso per la città!) dell’agognato – e non soltanto dalla Struttura commissariale ma anche dalla legge – Piano di ricostruzione è la cartina di tornasole: mi auguro che non sia, come già avvenuto, un documento che di Piano di ricostruzione abbia solo il nome; piuttosto, un elaborato che, contenendo i necessari e pertinenti elementi e dati tecnici ed economico – finanziari, mi permetta di poter condividere, con il Sindaco di L’Aquila e con il Presidente della Provincia attraverso lo strumento dell’intesa, tempi, modalità e risorse da destinare alla ricostruzione del centro storico della città,che potrà avvenire, naturalmente, anche per stralci.

Per quanto attiene ai profili organizzativi necessari a meglio garantire la piena funzionalità e l’efficienza della Struttura commissariale che, condivido con Lei, richiede interventi necessari e indispensabili, è mia intenzione assumere provvedimenti volti a proporre una riorganizzazione della Struttura commissariale, che, partendo dalla unificazione delle contabilità speciali, preveda una riunificazione delle funzioni prima incardinate tra la Struttura Tecnica di Missione e la Struttura per la Gestione dell’Emergenza in un unico organismo che risponde al Commissario delegato quale soggetto delegato dal consiglio dei ministri per la ricostruzione.

È evidente che, anche a seguito dell’emanazione dell’ordinanza sui centri storici, la fase di attuazione dovrà, sempre più, essere posta in capo ai Comuni, mentre resteranno alla Struttura commissariale le attività regolatorie e programmatorie, nonché l’attività di monitoraggio dell’attuazione dei programmi di ricostruzione.

Nel richiederLe di voler continuare nel suo lavoro, Le confermo il mio preciso impegno ad assumere compiutamente e integralmente tutta la responsabilità politica dell’incarico di Commissario delegato per la ricostruzione che il Governo nazionale ha inteso confermarmi nonostante che il 28 dicembre avessi rimesso la delega nelle mani del nuovo Presidente del Consiglio dei Ministri.

Oggi, caro Architetto, abbiamo di fronte un elemento nuovo, e della massima importanza, che supera i tanti dubbi e le pochissime certezze che abbiamo.

Il Governo nazionale – come avevo chiesto – ha riposizionato L’Aquila se non al centro, sicuramente tra i punti importanti della sua agenda. Ma non basta, nell’incontro del 28 dicembre scorso ho fatto presente al Presidente Monti – nel caso in cui avesse inteso confermare la necessità di una presenza commissariale della Presidenza del consiglio dei Ministri – che avrei subordinato la mia accettazione (visto che la fiducia tra delegante e delegato deve essere reciproca) al fatto che il Governo nazionale avviasse una riflessione complessiva, e mi auguro profonda e libera, sull’intera organizzazione preposta alla ricostruzione: alla sua governance che ricomprende, sicuramente, compiti e funzioni del Commissario Delegato, ma anche quelli di tutti i soggetti istituzionali locali che a vario titolo sono titolari di responsabilità pubbliche e amministrative.

Per quello che mi riguarda, alcune semplici notazioni e riflessioni (molte altre saranno e dovranno essere fatte attorno a quel tavolo governativo):
– compito immediato è garantire, comunque, l’amministrazione ordinaria, portando avanti procedimenti esecutivi di iniziative già assunte;
– dove l’amministrazione ordinaria ha inteso collaborare con il Commissario Delegato e con le strutture commissariali, mai minimizzando i contrasti che pure ci sono stati, le cose hanno proceduto con risultati positivi sempre condivisi tra le parti;
– il costo della ricostruzione di L’Aquila e delle sue frazioni, così come dei comuni del cratere, è sicuramente maggiore delle risorse oggi disponibili e di quelle, sempre ad oggi, programmate. D’altro lato, i tempi della ricostruzione – 10/15 anni – sono tali che non impongono disponibilità finanziarie ulteriori per qualche anno. Da qui la necessaria considerazione che, in presenza di piani di ricostruzione che prevedono fabbisogni finanziari superiori, anche in misura notevole, a quanto oggi disponibile in cassa, lo strumento dell’intesa deve essere adeguatamente articolato e confermato in modo di garantire, spalmati negli anni necessari, flussi finanziari come budget annuali posti a disposizione e nella responsabilità dell’ente locale che dovrá utilizzarli sulla base di criteri, metodi e modalità predefiniti, chiari e conoscibili dal cittadino e rendicontarli puntualmente con riferimento alla quantità e qualità degli interventi attuati.

Di questo percorso io non potrò che essere, sia permanendo nel ruolo di Commissario delegato sia, e tanto più, in quello di Presidente della Regione Abruzzo il garante della sua attuazione.

I prossimi giorni, meglio e di piú serviranno a mettere a fuoco, serenamente e senza polemiche (figuriamoci poi le stravaganze, le schizofrenie, le non verità e gli “io l’avevo già detto”, nelle sue molteplici varianti cui siamo purtroppo abituati) gli elementi e i contenuti di quel percorso.
Buon Lavoro,
Gianni Chiodi

 

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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