L’AQUILA – A distanza di tre anni dal terremoto, dopo le ennesime promesse da parte della Provincia, l’Istituto d’Istruzione Superiore “L. da Vinci” è ancora senza palestra. Neppure la donazione di 650.000 euro ricevutI dalla Fondazione Banca Intesa è servita per accelerare i tempi.

La donazione in questione poteva essere l’occasione per dotare l’istituto e la città di un impianto polivalente e in grado di soddisfare e stimolare anche la domanda delle società sportive e associazioni locali; la Provincia, invece, non ha messo mano ad alcun nuovo progetto adducendo come scusa gli eventuali tempi lunghi da esso derivanti. Tutto questo nel settembre 2010.

Si fa presente a tal riguardo che la palestra pre‐terremoto, anche se ristrutturata, è di dimensioni tali da
non poter soddisfare le attuali esigenze del crescente numero di alunni di un Istituto di Istruzione Superiore che raccoglie studenti provenienti da tutta la provincia e anche da Teramo e Rieti.

Dopo innumerevoli incontri e varie promesse, si era giunti a una soluzione provvisoria: una tenso‐struttura
donata dal Comune di Firenze al Comune di L’Aquila sarebbe stata posizionata (entro dicembre 2011) in
spazi di proprietà dell’Istituto.
Ma anche questa possibilità è fallita perché abbiamo scoperto che il Comune di Firenze aveva dirottato tale
struttura a Genova, subito dopo l’alluvione di novembre, perché il Comune di L’Aquila non aveva mai
risposto concordando le modalità di consegna della tenso‐struttura.
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Mentre si susseguivano questa serie di fallimenti, nell’arco di pochissimi mesi la Provincia è riuscita a
trovare soluzioni alternative provvisorie per quasi tutte le scuole di Avezzano, provvedere al consolidamento antisismico delle stesse e, in un caso, addirittura abbattere ed iniziare i lavori di ricostruzione della più grande scuola della provincia. Per fare tutto ciò, che anche noi riteniamo utile e necessario, è indispensabile una macchina organizzativa ottima.
Ma allora perché con noi questa stessa macchina dimostra di non funzionare affatto?
Un’ulteriore dimostrazione della mancanza di volontà politica e amministrativa nel risolvere il problema è
apparsa evidente quando si è pensato di risolverlo attraverso la convenzione con società private. Cioè
spendendo denaro pubblico a fondo perduto e determinando un disservizio trasferendo quotidianamente
per tre anni consecutivi gli ottocento studenti nel Complesso Sportivo Verdeaqua che non ha mai mostrato
particolare attenzione e disponibilità verso gli “ospiti scolastici”.

Gli alunni e gli insegnanti dell’Istituto sono stanchi delle varie promesse fatte nel corso degli anni e
vorrebbero al più presto svolgere le lezioni di Educazione Fisica nella palestra della scuola: esattamente
come tutti gli altri studenti e colleghi della città.
Ma ‐ beninteso ‐ in una palestra dove sia possibile praticare gli sport di squadra (attività importante in
questo particolare momento sociale) senza dovere elemosinare, chiedendo ospitalità alle altre scuole,
come si è sempre fatto anche prima del terremoto.
Forse gli studenti e i docenti del Leonardo da Vinci sono meno degni di attenzione oppure possono fare a
meno del diritto‐dovere ad un processo educativo e formativo completo e adeguato ?!?!?!
Il nostro Istituto comprende anche il Liceo Artistico, settore scolastico che a tre anni dal sisma è ancora
carente di spazi didattici e di laboratori specifici per una normale attività educativa.
Come possiamo giudicare e qualificare una situazione così paradossale ai danni della nostra Scuola che è
chiamata, come tutte, a strutturare quotidianamente le basi per una società fondata sui diritti e sui doveri
e sul rispetto delle regole della convivenza civile?
Gli studenti e gli insegnanti

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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