L’AQUILA- L’allarme arriva da Genova. Il candidato del Sel, il vendoliano Marco Doria, ha vinto le primarie del centrosinistra. Un’autentica doccia fredda, ma non imprevista, per il sindaco uscente Marta Vincenzi. A Genova gli elettori del centrosinistra hanno sconfessato i partiti ufficiali, in primo luogo i Ds. Era già accaduto altrove, a Firenze ad esempio, col sindaco in carica Matteo Renzi. Succederà ancora, a dimostrazione che l’elettorato, di qualsiasi colore esso sia, non risponde più agli apparati e che vuole riprendersi il proprio voto e il diritto di libera scelta all’interno e fuori degli stessi schieramenti partitici. Potrebbe succedere anche all’Aquila dove le primarie ormai imminenti sono un rischio per Massimo Cialente, sindaco uscente, insidiato da Vittorio Festuccia, e dove Giorgio De Matteis, con la sua discesa in campo con la lista ‘L’Aquila Città Aperta’, ha spaccato il Pdl e messo in crisi la leadership di Gianfranco Giuliante, assessore regionale e fautore delle primarie nel centrodestra. De Matteis è diventato il punto di riferimento di uno schieramento ampio che comprende una parte importante e dissidente del Pdl (Carla Mannetti, Luca Ricciuti), una fetta dell’associazionismo di destra, pezzi dell’Udc e del Fli, le liste di Mimmo Srour, la galassia delle liste civiche che fanno capo al movimento ‘L’Aquila Città Unita’. E a De Matteis guarda l’avvocato Vincenzo Calderoni che voleva correre alle primarie contro Cialente e che è stato eliminato dalla competizione con un pretesto come lui lo definisce. Ma a De Matteis guarda soprattutto un elettorato di destra e di sinistra svincolato dalle appartenenze e profondamente deluso dai ritardi della ricostruzione che addebita alla ‘governance’ attuale compreso il sindaco Massimo Cialente. Ed è anche soprattutto per questo che Cialente è a rischio. Festuccia lo incalza diversamente da cinque anni fa. Allora perse le primarie proprio contro Cialente, ma oggi la situazione è diversa. Il sindaco è in affanno, gli aquilani sono scontenti, la ricostruzione pesante, compresa quella del centro storico, è al palo e non decolla. Ha un bel dire il sindaco che tutte le colpe sono della Struttura commissariale. In certe occasioni le responsabilità non stanno mai soltanto da una parte. Lo dimostrano le difficoltà che lo stesso Cialente ha nel giustificare il ritardo di quasi tre anni per la presentazione del piano di ricostruzione della città e del suo centro storico. No, per Cialente e Giuliante non è un buon momento. Ecco perché, sia pure senza volerlo, si fanno da sponda l’un l’altro.