L’AQUILA – Sarebbero imminenti provvedimenti restrittivi da parte del magistrato per il grave episodio di violenza avvenuto la notte di sabato scorso a Pizzoli sul retro della discoteca “Guernica” chiusa dal questore per ragioni di sicurezza.

L’indagine è stata secretata dal magistrato inquirente, ma secondo quanto si è appreso, lo stesso magistrato potrebbe arrivare a una decisione nelle prossime ore, dopo aver preso visione dei risultati dei test biologici affidati ai carabinieri del Ris di Roma.

Per l’episodio di stupro è indagato F.T., un giovane soldato di 21 anni, militare in servizio nel 33mo reggimento della ‘Brigata Acqui’ all’Aquila, originario di Avellino. Inoltre sono in corso indagini su altri due militari che erano con lui la notte dell’aggressione e che prestano servizio nel medesimo reggimento. Ma gli accertamenti riguardano anche una ragazza, fidanzata, sembra, di uno di loro.

Nell’auto usata dalla comitiva per raggiungere la discoteca di Pizzoli, i carabinieri avrebbero trovato capelli che apparterrebbero alla ragazza aggredita. F.T. avrebbe ammesso di avere accompagnato la giovane universitaria, originaria di Tivoli, fuori del locale, ma di aver avuto con lei un rapporto consenziente.
E’ stato uno dei buttafuori della discoteca ‘Guernica’ ad accorgersi che F.T. il soldato al centro delle indagini sullo stupro, aveva gli abiti sporchi di sangue.

E sarebbe stato lui a ‘fermare’ il giovane militare che era già risalito in auto con gli amici, costringendolo a restare nella discoteca per aspettare la polizia e il pronto intervento sanitario che nel frattempo erano stati avvertiti.

E’ quanto sarebbe emerso dal racconto dello stesso buttafuori, durante la lunga testimonianza resa ai carabinieri nelle ore successive al grave episodio di violenza. Ma era stata l’addetta al guardaroba ad avere i primi sospetti che qualcosa di strano fosse avvenuto.

Per ritirare il soprabito il soldato le aveva consegnato uno scontrino sporco di sangue. A quel punto si è rivolta al buttafuori che è corso appena in tempo per impedire al militare di allontanarsi con gli amici.
“Quando è sceso di nuovo dall’auto- ha raccontato il buttafuori- mi sono accorto che aveva i vestiti sporchi di sangue. Gli ho chiesto come mai e lui mi ha portato sul retro della discoteca doveva la ragazza giaceva nella neve seminuda e insanguinata”.

Interrogatori sono in corso per chiarire che cosa sia avvenuto realmente all’interno del locale, che è stato chiuso dal questore per ragioni di sicurezza. Le indagini sembrano aver preso una direzione ben precisa dopo la denuncia contro ignoti presentata dalla madre della ragazza tuttora ricoverata all’ospedale ‘San Salvatore’ e che continua a dire di non ricordare che cosa avvenne una volta fuori della discoteca.

 

LE DICHIARAZIONI DELLA GINECOLOGA


Intanto gli accertamenti ginecologici avrebbero rivelato che le ferite della giovane sarebbero state provocate anche da un oggetto. Non lo credono soltanto gli investigatori, ma anche la dottoressa Marina Tobia, primaria di Ginecologia all’ospedale San salvatore dell’Aquila.

“Si suppone una violenza con oggetti”, ha affermato stamattina in un’intervista la dottoressa- ed ha aggiunto che la giovane universitaria di Ingegneria “è in buone condizioni, ma “non può essere dimessa perché le ferite rischierebbero di infettarsi e vanno tenute sotto stretto controllo ginecologico”.
La dottoressa Tobia ha anche accennato alle condizioni psicologiche della giovane.

“Il suo racconto ai medici e agli infermieri- ha detto – arriva fino a un certo punto, ma il resto non riesce a ricordarlo”

 

SEQUESTRATA ALL’AQUILA AUTO DI UNO DEI SOSPETTATI


Il gip del tribunale dell’Aquila ha convalidato il sequestro dell’auto con la quale i quattro sospettati dalla procura della Repubblica, due campani e un aquilano (militari presso il 33esimo reggimento artiglieria terrestre Acqui dell’Aquila) e la fidanzata di quest’ultimo, si sono allontanati dalla discoteca di Pizzoli (L’Aquila), mentre al di fuori il titolare del locale soccorreva la ragazza di Tivoli, di 20 anni, lasciata tra la neve in mezzo a una pozza di sangue, dopo essere stata violentata.

Sulla macchina i carabinieri (che stanno indagando per violenza sessuale e lesioni gravissime) hanno rinvenuto tracce, ora al vaglio dei colleghi del Ris di Roma. Il magistrato ha anche convalidato il sequestro degli abiti appartenenti all’unico indagato: uno dei due militari di Avellino.

 

LA SOLIDARIETA’ DELLA FACOLTA’ DI INGEGNERIA


La Facoltà di Ingegneria dell’Aquila esprime ferma e unanime condanna per l’atto di violenza avvenuto a Pizzoli (AQ) e riportato dagli organi di stampa, ai danni di una studentessa conosciuta come corretta, diligente e studiosa. Un episodio esecrabile, che ha turbato profondamente la comunità universitaria.

La Facoltà esprime piena solidarietà alla persona e alla famiglia, ed è pronta ad offrire tutto il sostegno umano e materiale da loro considerato utile ed opportuno (Il Preside -Prof Pier Ugo Foscolo)

 

LO SDEGNO DEL CONSIGLIERE COMUNALE ANTONELLO BERNARDI


Lo stupro della giovane donna universitaria, desta sdegno e ripropone lo stato della relazione tra generi connotata dalla violenza maschile.

Una vicenda così dolorosa non deve peraltro farci dimenticare gli episodi di violenza quotidiana che si consumano in privato e che è difficile che vengano denunciati.

Per il Consiglio Comunale dell’Aquila, votare l’approvazione della modifica dello statuto, proposta dalla giunta, sarebbe l’unica prova concreta della volontà di riempire di contenuto il Diritto Costituzionale alla rappresentanza piena senza discriminazione di sesso.

Garantire il 50 percento di donne in Giunta, a partire dalla prossima legislatura, sarebbe un segnale forte e darebbe coraggio a tante altre donne. Sarebbe una buona occasione per il nostro Consiglio comunale, costituito ad oggi da 39 uomini e una donna, esprimere con questo voto grande rispetto a tutte le donne, al di là del calcolo e della conta di genere.

Occorrono coraggio e voglia di cambiamento ma, soprattutto occorre smettere di nascondersi dietro l’ipocrita retorica che le donne non ci sono o non sono competenti.

È importante chiarire che la democrazia di genere non è oggetto di concessione o di contrattazione, non è oggetto di vita politica ma soggetto dal quale partire per mandare alle donne della città e di tutta la nazione un messaggio forte e nuovo e in un paese che tutt’oggi, ha ancora difficoltà a recepire i diritti del genere femminile. (Il consigliere comunale Dott. Antonello Bernardi – Pd)

 

 

 

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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