L’AQUILA- Cialente vincerà le primarie del centrosinistra. Non ci sono sondaggi e pure se ci fossero andrebbero presi con le molle, ma è un fatto che il sindaco fa capire ai suoi di sentirsi sulla cresta dell’onda. “Ho il consenso- sostiene- del popolo della sinistra, Festuccia (l’altro candidato alle primarie sostenuto da Vendola che oggi mparla all’Aquila ndr) non rappresenta un ostacolo. Gli aquilani che guardano a noi, e sono parecchi, non lo voteranno.
Festuccia è un buon concorrente, ma niente di più, non andrà molto oltre il risultato di cinque anni fa”. Ne è sicuro Massimo Cialente e può darsi benissimo che abbia ragione. Non è infatti il sindaco uscente? E non gode di un vantaggio di posizione, specie sul fronte interno? In fondo, L’Aquila non è Genova e nei ‘democrat’ di casa nostra non ci sono grosse frantumazioni.
Ci aveva provato l’avvocato Calderoni a sparigliare il tavolo, ma è stato fatto fuori, almeno così dice lui, con un cavillo. Con due candidati contro, Cialente avrebbe avuto qualche problema in più, ma così i giochi sembrano fatti. Il sindaco può guardare direttamente alle elezioni di maggio, che rappresentano, quelle sì, un’incognita.
Diverso il discorso sull’altro fronte dove tutto è in movimento. Il Pdl e Giuliante, coordinatore provinciale ancora per qualche giorno (domenica si celebra il congresso), cercano di far quadrare i conti, anche se appare chiaro che si sono spinti troppo avanti. Giorgio De Matteis sembra aver preso ormai il largo. ‘L’Aquila Città Aperta’ trova consensi a destra e a sinistra, ha il favore delle associazioni e di esponenti dei Comitati e dell’Assemblea cittadina.
De Matteis ha già il consenso dell’Udeur e tratta con l’Udc. Esercita un forte richiamo sul Fli di Enrico Verini e sull’Api. Su questo fronte potrebbero aversi novità da un’ora all’altra. E in questo clima in cui la politica sembra destinata davvero a fare un passo indietro, il ‘patto tra gentiluomini’ chiesto dallo stesso Giuliante per il ballottaggio (chi perde, tra Pdl e De Matteis, appoggia l’altro che vince), è stato rispedito al mittente.
Il leader del Pdl si rende conto che non può tirare troppo la corda, rischia di assumersi una grossa responsabilità, specie davanti ai vertici romani del partito che vorrebbero scommettere su De Matteis. E’ una partita che a destra si sta giocando su più tavoli. Nessuno si sente di passare la mano. Si chiarirà il quadro dopo il congresso? Le prossime ore dovrebbero essere decisive.