L’AQUILA- “Gli inquirenti hanno messo il massimo impegno nelle indagini, ma di quella notte qualche cosa non torna”. Così il padre della studentessa universitaria aggredita e violentata sul retro della discoteca “Guernica” di Pizzoli la notte di sabato 12 febbraio. L’uomo lo ha detto ieri sera a ‘Chi l’ha visto’, la trasmissione televisiva di Rai3.
“I carabinieri hanno cercato di capire che cosa è successo, però, sicuramente, manca ancora qualcosa. C’è qualche tassello, qualche particolare ancora da chiarire. Se qualcuno all’interno del locale o al di fuori ha visto qualcosa ed è in grado di riferirla per accertare la verità, si faccia avanti”.
Per il padre della giovane i conti, dunque, non tornano, anche se le indagini dei carabinieri hanno messo in evidenza che Francesco Tuccia, il militare 21enne originario di Avellino, in servizio nel 33mo Reggimento Acqui dell’Aquila, deve essere considerato l’unico responsabile dell’aggressione.
Il giovane arrestato una decina di giorni dopo il fatto, è tuttora detenuto nel carcere di Castrogno di Teramo e lunedì scorso è stato sottoposto a un breve interrogatorio dal Gip Romano Gargarella. Al magistrato ha ripetuto che si sarebbe trattato di un rapporto di sesso estremo consenziente da parte della giovane e che le gravi lesioni nelle parti intime, le sarebbero state procurate non con un oggetto, ma con la mano e parte del braccio.
Sempre a ‘Chi l’ha visto’ è intervenuto anche l’avvocato Enrico Maria Gallinaro che cura gli interessi della giovane aggredita. Alla domanda sul perché immediatamente dopo l’aggressione il giovane fosse tornato nel locale, l’avvocato ha risposto: “Gli è stato chiesto e lui avrebbe risposto di aver agito così perché spaventato.
Credo che questa sua condotta debba essere valutata attentamente perché si riverbererà sull’elemento psicologico, ossia sulla volontà reale del ragazzo, su cosa realmente volesse fare. Io a questo non so rispondere, e appunto ci sarà un processo e si vedrà. Mi chiedo comunque perché se si è spaventato non ha dato l’allarme subito”.
L’avvocato, a nome della ragazza e della famiglia, ha poi ringraziato i medici dell’Ospedale dell’Aquila, il proprietario della discoteca che soccorse la giovane, il sindaco di Pizzoli, chi ma mostrato solidarietà e il preside della facoltà di Ingegneria. “E’ una studentessa molto brava- ha detto l’avvocato-ha preso trenta all’esame di Fisica”.
RAGAZZA VIOLENTATA LASCIA OSPEDALE. MASSIMA DISCREZIONE SU DESTINAZIONE
Verra’ dimessa domani dall’ospedale “San Salvatore” dell’Aquila, la studentessa universitaria di 20 anni di Tivoli (Roma), vittima di uno stupro “brutale” compiuto da Francesco Tuccia, di coetaneo della giovane, (originario dell’hinterland di Avellino) militare (ora sospeso) del 33/Esimo reggimento artiglieria terrestre “Acqui” dell’Aquila, arrestato per tentato omicidio e violenza sessuale.
Il giovane si trova rinchiuso nel carcere di Teramo, in cella con il caporalmaggiore sempre dell’Esercito, Salvatore Parolisi.Dal 12 febbraio la giovane, assistita dai suoi familiari e dall’avvocato Enrico Maria Gallinaro, e’ ricoverata nel reparto di Ginecologia dell’ospedale dell’Aquila, per le gravi ferite (invalidanti) riportate nelle parti intime, tanto da rendere necessario per i medici un secondo intervento chirurgico.
La ragazza era stata rinvenuta svenuta, in una pozza di sangue e in mezzo alla neve dal titolare di una discoteca di Pizzoli (L’Aquila) e dal personale addetto alla sicurezza. La studentessa proseguira’ le cure in una localita’ che viene mantenuta anche dallo stesso legale di fiducia, segreta.